Un conflitto che ci riguarda ancora: scenari 2023

Un conflitto che ci riguarda ancora: scenari 2023

Spread the love

di Barbara Stefanelli

Nessuno avrebbe scommesso sul popolo ucraino, sull’attaccamento alla democrazia da parte di una nazione cos fresca, ancora in prova con s stessa

passato un anno dall’alba del 24 febbraio 2022. Ricordate ancora che cosa avete pensato svegliandovi quella mattina, che cosa avete provato alla notizia che era scoppiata una guerra in Ucraina, la guerra in Europa? Bombardamenti e tank con la Z rossa sul fianco lanciati alla conquista di un aeroporto da cui straripare verso Kiev, Odessa, fino forse a Leopoli? Citt congelate nella nostra memoria che siamo corsi a recuperare sulle mappe, archiviate nei nostri raccoglitori analogici alla voce fine della storia. O, se non proprio della Storia, almeno delle storie da guerra fredda.

Sicuramente sappiamo che cosa pensava Vladimir Putin al Cremlino, all’angolo di quel tavolo immenso di cui avremmo imparato a prendere le misure. Pensava che sarebbe stata un’operazione speciale, una o due settimane, una discesa in contromano rispetto a una manciata di anni (l’Ucraina indipendente dal 1991) ma nel solco millenario della Grande Russia indivisa/indivisibile. E poi, all’altro angolo, seduto su uno sgabello di legno verde, non c’era un vero leader, un capitano o uno zar, ma un ex attore che era diventato presidente della Repubblica in una serie tv e poi nella vita. Una realt discesa dalla fiction quanto poteva mai durare?

Non un mese, non un anno intero… Nessuno avrebbe scommesso sul popolo ucraino, sull’attaccamento alla democrazia da parte di una nazione cos fresca, ancora in prova con s stessa, sulla sua capacit di restare unita sotto assedio e di combattere – sostenuta dalle armi e dalla tecnologia di molti alleati, certo, ma fondamentalmente sola sul terreno – per ogni villaggio o incrocio strategico, anche quando la battaglia raccolta dentro il perimetro di un campo da calcio su cui si avanza e indietreggia nella desolazione. Come succedeva durante il Primo conflitto mondiale, quando sembrava non arrivasse nulla di nuovo dal fronte. Nessuno avrebbe immaginato di dover contare tanti morti sotto i bombardamenti, i colpi di artiglieria, i missili. E di assistere alla coscrizione di migliaia e migliaia di giovani russi, destinati a diventare – fuor di metafora – carne da cannone.

Trecentosessantacinque giorni dopo la prima alba di guerra su Kiev, siamo qui a proporvi un approfondimento sul conflitto che ha cambiato il mondo: sulle conseguenze che mese dopo mese hanno inciso sulle nostre giornate e sugli scenari che si apriranno nel 2023. Tormentati da molte domande e cercando alcune risposte possibili, sappiamo che vale ancora quello che disse Raphal Glucksmann un inverno fa: se i russi depongono le armi, finisce la guerra; se lo fanno gli ucraini, finisce l’Ucraina.

23 febbraio 2023 (modifica il 24 febbraio 2023 | 11:53)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.