Consigli utili per educare al digitale, persa la connessione? Tavolo tecnico New Media e cyberbullismo del Garante Infanzia e Adolescenza

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Con l’intento di fare sistema (in un mondo nel quale fare rete è complicatissimo) e creare sinergie intorno all’argomento sull’uso del digitale, specie in età preadolescenziale e adolescenziale, a partire da un’azione bottom-up, è nato a Palermo, per volere del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune di Palermo, Pasquale D’Andrea, il tavolo tecnico New Media e cyberbullismo.

Lavorare in “rete” favorendo scambi e competenze

La volontà del tavolo è chiara: lavorare in “rete” favorendo scambi e competenze, al fine di promuovere ed estendere, ad ogni fascia d’età, la cultura della prevenzione dei social risk e dell’utilizzo corretto e propositivo dei dispositivi e del web.

Coinvolgimento degli alunni da parte del Tavolo tecnico New Media e cyberbullismo del Garante Infanzia e Adolescenza di Palermo

Gli alunni (come ci racconta nel pregevole e davvero importante volume di Cetty Mannino edito per i tipi del CeSVoP, il Centro di Servizi per il volontariato di Palermo, dal titolo “Dall’educazione digitale al cyberbullismo. Comparazione dei provvedimenti governativi e delle azioni educative dei paesi europei con l’Italia”) sono stati coinvolti in attività di focus groups per individuare:

  • le cause che portano alla nascita dell’uso scorretto del web, con particolare riferimento al cyberbullismo, sulla base di un’osservazione peer to peer, in particolare indagando sul vissuto familiare per cercare di individuare cause e soluzioni del fenomeno;
  • le differenze tra bullismo e violenza e tra bullismo e cyberbullismo.

Le proposte degli alunni

Relativamente al grande tema delle proposte, scrive Cetty Mannino nell’opera monumentale che, ancora una volta, prendiamo come autorevole punto di riferimento, si riportano alcuni pareri che secondo i ragazzi e le ragazze una legge avrebbe dovuto prevedere:

  • nei casi più gravi l’allontanamento del bullo dal contesto, per rendere possibile l’avvio di un processo di riflessione e cambiamento (questa eventualità non ha trovato, ad ogni modo, l’accordo di tutti i partecipanti);
  • l’atto di bullismo, una volta perpetrato, dovrebbe portare a delle conseguenze certe: di tipo rieducativo (es. lavori socialmente utili), di tipo punitivo (anche il carcere nei casi più gravi), di tipo sanzionatorio (sequestro dei beni del minore e/o multe per risarcimenti);
  • la tutela della vittima, sia forme di sostegno psicologico che misure atte a garantire la sicurezza e l’incolumità del minore;
  • l’istituzione dei centri di ascolto accoglienti, facili da contattare, con accesso immediato, tutela della privacy e con specifiche figure di riferimento: assistenti sociali, psicologi ed esperti in questioni legali;
  • per quanto riguarda la scuola, gli atti di bullismo devono prevedere sanzioni disciplinari;
  • fondi da destinare alle istituzioni scolastiche per attivare percorsi socio-affettivi di prevenzione del fenomeno e per l’istituzione di figure specifiche per l’ascolto e l’intervento;
  • la creazione, in classe, di momenti specifici dedicati all’approfondimento, alla prevenzione e alla sensibilizzazione del fenomeno;
  • azioni di accompagnamento anche per il bullo.

Le idea di legge adatta alle richieste degli alunni

Altro importante aspetto messo in evidenza è quello educativo dei new media attraverso «interventi finalizzati all’uso consapevole e critico degli strumenti digitali e della rete», riprendendo in questo modo le competenze digitali dettate dall’Ue. Tra gli obiettivi fissati e raggiunti dal tavolo tecnico New Media e cyberbullismo inoltre troviamo:

  • ricerca sulle abitudini e stili di vita in rete dei ragazzi e delle ragazze di Palermo;
  • diffusione di buone pratiche;
  • azioni di prevenzione e sensibilizzazione all’interno di diversi contesti;
  • realizzazione di una guida per i genitori e adolescenti.

#VolontariDigitali

Anche #VolontariDigitali rappresenta una grande e importante novità per ciò che riguarda il “digitale”. VolontariDigitali, che segnaliamo come esempio di ottima pratica (riproponibile anche nelle nostre istituzioni scolastiche), è un percorso – scrive Cetty Mannino – di formazione continua, accessibile tramite:

  • una bacheca online;
  • un portale CeSVoP sulla comunicazione del non profit;
  • un gruppo Facebook privato;
  • una selezione di volumi, pensata per i “volontari digitali” disponibili presso la biblioteca del CeSVoP, #VolontariDigitali – Come muoversi!

Il piano formativo

Inoltre, è stato elaborato un piano formativo completo per:

  • conoscere strumenti;
  • avere consapevolezza dell’importanza di una presenza sul digitale;
  • porre attenzione sia sui rischi che sulle opportunità del mondo digitale;
  • ripensare la propria organizzazione;
  • imparare a fissare obiettivi sostenibili e misurabili;
  • conoscere tutte le agevolazioni che il digitale mette a disposizione del non profit;
  • acquisire concetti base applicabili da subito indipendentemente dalle competenze di base.

“Genitori Connessi”

Un altro esempio di buone pratiche è dato dall’associazione “Genitori Connessi”. La sua mission è riuscire ad essere in grado di rafforzare l’anello debole della catena educativa, rappresentata dai genitori, e fare squadra con i propri ragazzi e le proprie ragazze, con gli insegnanti ma anche con tutti gli educatori non formali, per creare una forza che agisce all’unisono, in grado di contrastare i pericoli del web e sfruttarne a pieno le potenzialità, formando una rinnovata comunità solidale e coesa. L’associazione “Genitori Connessi”, nata a Palermo, è parte attiva di una rete che vede come protagonisti i genitori insieme ai loro figli nello slancio verso una nuova idea di futuro dove i ragazzi e le ragazze sono protagonisti di una cultura nuova basata sull’aiuto reciproco e sulla crescita comune.

Il supporto ai genitori

L’associazione “Genitori Connessi” è un supporto per genitori e famiglie i cui ragazzi o ragazze siano vittime di bullismo, cyberbullismo, sextortion, grooming, e altri fenomeni a mezzo web e collabora con esperti e professionisti del settore dell’educazione e della legalità.

“Genitori Connessi” sono:

  • connessi alla rete, che fa parte della nostra vita quotidiana e che è fonte di risorse importanti;
  • connessi tra di noi, per creare una sinergia di intenti verso un futuro più sostenibile;
  • connessi ai propri figli, per uno scambio di idee ed esperienze che arricchisca reciprocamente, mettendo al centro il dialogo;
  • connessi al territorio, per lavorare insieme alle altre realtà presenti.

Come coinvolgere i genitori

Cetty Mannino nel volume “Dall’educazione digitale al cyberbullismo. Comparazione dei provvedimenti governativi e delle azioni educative dei paesi europei con l’Italia” edito per i tipi del CeSVoP, il Centro di Servizi per il volontariato di Palermo, parla di coinvolgimento dei genitori. Ma come coinvolgere i genitori:

  • i social network
  • il sito
  • le dirette in streaming sulla pagina Facebook
  • le attività nelle scuole e sul territorio
  • divulgazione di notizie e informazioni riguardanti il web, le nuove tecnologie, i pericoli e le opportunità diffuse
  • l’ascolto e il supporto delle vittime di cyberbullismo o altri fenomeni che avvengono sul web con l’ausilio di professionisti qualificati.

“Persa la connessione? Consigli per educare al digitale”

In allegato il documento “Persa la connessione? Consigli per educare al digitale” realizzato dal “Forum Prevenzione” della Provincia Regionale di Bolzano. “Genitori-connessi” rappresenta un’offerta di sostegno per i genitori alle prese con l’uso di media digitali in famiglia. Nel documento sono elencati 10 consigli per sostenervi nell’educazione digitale dei vostri figli e per incoraggiarvi a fronteggiare utilizzo che essi fanno dei mezzi digitali. Questo opuscolo
rimanda ad un sito web, sul quale possono trovare informazioni più dettagliate sul progetto.

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