politica Mezzogiorno, 19 ottobre 2022 – 18:26 Passa la proposta di legge dei consiglieri Amati, Mennea, Mazzarano e Tutolo, che prevede un cda alla guida dell’agenzia per il lavoro. Il dg: «Parleranno gli avvocati» di Francesco Strippoli Il Pd e i 5 Stelle vincono la battaglia. Sono riusciti a far approvare la legge che riforma l’Arpal (l’agenzia per il lavoro) e sancisce la decadenza del suo direttore generale Massimo Cassano. Il voto segnala anche un importante fatto politico. Il centrosinistra si è diviso: i tre gruppi civici hanno votato contro la decadenza, secondo le indicazioni arrivate dal presidente Michele Emiliano. Il che apre una frattura nella maggioranza. Nel corso della seduta del Consiglio regionale è arrivata pure l’approvazione della legge sugli sconti nelle bollette del gas e la riforma delle procedure sulla Via (valutazione di impatto ambientale). La legge sul caso Cassano è passata con 18 voti favorevoli (Pd e M5S), 8 contrari (i civici di Con, Per la Puglia, Popolari) e 14 astenuti (centrodestra più il civico Lopalco e la presidente dell’assemblea Capone). L’Arpal in futuro sarà guidata a un consiglio di amministrazione di tre componenti (oggi dipende dalla Regione) e da un direttore. Sarà un revisore unico a sorvegliare sui conti. Tutti questi 5 elementi saranno nominati dalla giunta. Nel periodo transitorio, tra decadenza del Dg e nomine, le funzioni saranno svolte dal direttore del dipartimento Politiche del lavoro, «nei limiti della gestione ordinaria». Va aggiunto che tutte le agenzie regionali (7 in tutto) saranno governate da un cda. Ma sino all’entrata in vigore delle «singole leggi regionali modificative», si continueranno ad osservare le norme vigenti. Tradotto: per ora cambia solo Arpal. La replica di Cassano: «Parleranno gli avvocati»Siccome Cassano – che alle ultime elezioni politiche si era candidato per Azione, senza essere eletto – è legato da un contratto di lavoro con la Regione fino alla fine del 2023 (150mila euro lordi annui) è sicuro che la vicenda finirà in tribunale. «Parleranno gli avvocati, cercheremo di far annullare questa legge» dice il manager ed ex senatore. L’ipotesi che corre è che Cassano presenti ricorso e nel processo venga eccepita la incostituzionalità della norma sulla decadenza. Questo, del resto, è stato il tema ricorrente della discussione in Aula: che la legge possa essere portata davanti alla Corte costituzionale. In questi termini si muovono le argomentazioni dell’ufficio legislativo del Consiglio regionale e anche dell’avvocatura regionale (informalmente interpellata da Emiliano): il dirigente pubblico, anche se assunto con contratto di diritto privato come Cassano, non può essere destituito se non nei casi previsti dalla legge statale. Inoltre il direttore di dipartimento del Lavoro non potrebbe guidare l’Arpal su cui è tenuta a vigilare. Le reazioniIl pd Fabiano Amati (promotore della proposta con Tutolo, Mazzarano e Mennea) ha replicato con un paio di osservazioni. La prima: le obiezioni prendono in considerazioni precedenti che non collimano perché riguardano casi di spoils system (dirigenti rimossi con il cambio della maggioranza). E non siamo a questo, qui il caso riguarda «un’attività amministrativa discutibile». La seconda: «La Puglia ha il record delle impugnazioni ma non delle pronunce negative: in molti casi la corte costituzionale ha salvato le nostre leggi». Infine la staffilata rivolta ai civici: «I patti si rispettano». Un modo per ricordare il cambio di opinione sul punto, dopo l’intervento di Emiliano alla riunione congiunta dei tre gruppi. La replica arriva da Saverio Tammacco (Per la Puglia): «Volevamo riformare l’Arpal e ci siamo ritrovati con una legge contra personam». Diverso l’approccio del centrodestra. Il neo capogruppo di FdI, Francesco Ventola, ha proposto inutilmente un emendamento per cancellare l’Arpal e portare tutte le attività nell’assessorato (come si fa in molte Regioni). Memore delle antiche battaglie del centrodestra contro la nomina dell’ex destrorso Cassano (considerata funzionale al gioco politico di Emiliano), Ventola considerava inutile la legge. «Se si voleva rimuovere Cassano, lo avrebbe potuto ben fare chi lo ha nominato, ossia Emiliano. Il presidente non lo fa e per rimediare il Pd fa approvare una legge per la decadenza: questa norma è un atto di sfiducia contro il presidente della Regione da parte del Pd». Esulta il M5S: «La riforma dell’Arpal non era più rinviabile, viste anche le numerose vicende che continuiamo a leggere sui giornali». Ossia le assunzioni clientelari di cui si sarebbe macchiata la gestione Cassano. La grillina dissidente Antonella Laricchia si allinea al ragionamento di FdI: la legge approvata è un atto di sfiducia nei confronti di Emiliano, sponsor e protettore di Cassano. La newsletter del Corriere del Mezzogiorno – PugliaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 19 ottobre 2022 | 18:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-20 09:52:00, Passa la proposta di legge dei consiglieri Amati, Mennea, Mazzarano e Tutolo, che prevede un cda alla guida dell’agenzia per il lavoro. Il dg: «Parleranno gli avvocati»,