La conta dei militanti (e l’attesa di Bossi). La Lega «si pesa» sul prato di Pontida

La conta dei militanti (e l’attesa di Bossi). La Lega «si pesa» sul prato di Pontida

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di Cesare ZapperiTorna dopo tre anni l’appuntamento sul pratone. Matteo Salvini chiama alla mobilitazione finale ad una settimana dalle elezioni Da «La forza di essere liberi» a «Credo nell’Italia e nella Lega». Tre anni e tre giorni dopo il popolo leghista torna a calpestare il pratone di Pontida e già nella scelta dello slogan si capisce che la trentaquattresima edizione ha un significato diverso dal solito. Più rivolto all’interno che all’esterno. Perché, immaginato in primavera come il momento giusto per dare eventualmente la spallata al governo Draghi, ora che l’esecutivo è caduto e si è ad una settimana da elezioni che decreteranno nuovi rapporti di forza anche o soprattutto dentro il centrodestra, il raduno 2022 si è trasformato in una sfida con sé stessi, uno stress test per verificare se i sondaggi non esaltanti degli ultimi mesi dicono il vero quando danno un Carroccio in panne. È per questo che è scattata una mobilitazione che ha pochi precedenti. Un tempo bastava la parola Pontida per elettrizzare il popolo lumbard. Stavolta da via Bellerio sono partiti pressanti inviti a darsi da fare, a tutti i livelli, dai parlamentari ai consiglieri comunali, perché oggi convergano sul paese bergamasco migliaia di persone. Nel 2019 furono 75 mila, ora si punta a sfondare la soglia delle 100 mila (ma in alcune edizioni si è andati molto al di là). Per la classe dirigente del partito è scattata una sorta di precettazione. Bisogna tenere fede al tema («Credo nella Lega», anche se il parroco di Pontida, don Giordano, ha storto il naso definendolo «uno slogan forzato») e dimostrarlo. I parlamentari sono stati invitati ad organizzare pullman (dovrebbero essere circa 200) e a raggiungere Pontida con quelli. Ma da alcune zone, vedi il Veneto, la risposta è stata inferiore alle attese. Oggi la verifica, è il caso di dire, sul campo. Tanto più rilevante perché a poco più di trenta chilometri di distanza il segretario del Pd Enrico Letta ha dato appuntamento a Monza per una inedita sfida delle piazze. Anche per Salvini, che ieri a Milano su richiesta di un giornalista delle Iene ha declinato la proposta di cantare Bella Ciao, preferendo qualche strofa della Leggenda del Piave, comunque, sarà una Pontida molto diversa dall’ultima. Allora era reduce dal Papeete e dalla traumatica fine del governo Conte I. Ma i sondaggi accreditavano la Lega di un buon 30 per cento. Tre anni dopo quei consensi si sono ridotti ad un terzo, poco più o poco meno. E nel frattempo dentro il centrodestra il rapporto di forza con Giorgia Meloni si è completamente ribaltato. Il leader leghista non si dà per vinto e dal mega palco bergamasco (12 metri per 30, con due maxi schermi) riproporrà i temi caldi della campagna elettorale: flat tax, abolizione legge Fornero, pace fiscale, ripristino dei decreti Sicurezza. Salvini, che ha preannunciato una sorpresa finale, chiuderà la manifestazione intorno all’ora di pranzo, dopo la sequela degli interventi di sindaci, governatori, ministri introdotti dalle urla dello speaker ufficiale Daniele Belotti (a sorpresa non ricandidato alle elezioni). Una sorpresa, positiva o negativa, potrebbe farla anche Umberto Bossi perché ancora non si sa se sarà presente. Ufficialmente la Lega fa sapere che tutto dipende «dalle sue condizioni di salute», ma fino all’ultimo sono rimasti indefiniti dettagli organizzativi ritenuti importanti dal Senatur (81 anni domani), risultato assente a Pontida una sola volta nella storia del raduno, nel 2018. Non foss’altro che per questo, per tornare a respirare l’atmosfera un tempo magica del «sacro suolo» che lo ha visto protagonista per tanti anni, è molto probabile che oggi il fondatore della Lega sarà presente. Il Corriere ha una newsletter dedicata alle elezioni: si intitola Diario Politico, è gratuita, e ci si iscrive qui 17 settembre 2022 (modifica il 17 settembre 2022 | 21:38) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-17 19:39:00, Torna dopo tre anni l’appuntamento sul pratone. Matteo Salvini chiama alla mobilitazione finale ad una settimana dalle elezioni, Cesare Zapperi

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