Contare su qualcuno a Natale è la magia che ci accomuna tutti: una scuola pilota con imprenditori locali sul fronte della solidarietà condivisa

Contare su qualcuno a Natale è la magia che ci accomuna tutti: una scuola pilota con imprenditori locali sul fronte della solidarietà condivisa

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“Contare su qualcuno è la magia che ci accomuna tutti”. Questo il motto della più grande iniziativa solidale che un privato potesse concepire e regalare ad una scuola. Approfittando della vicinanza delle festività natalizie, il BIS bar di Alcamo, da generazioni al centro di attività di solidarietà, quest’anno, per la seconda volta consecutiva, dà un segnale agli imprenditori italiani: un messaggio di vicinanza, di prossimità, di solidarietà per l’appunto. La storia del Natale è un appello universale alla solidarietà. Come non rimanere affascinanti da questo tema? Come non farne un esempio per quanti ritengono che non esiste più un percorso volto a costruire una scuola che educa alla pace e all’amore e una società attenta alla solidarietà reale, non fatta di parole. “Nelle nostre mani è posto un potere più grande del loro oro accumulato, più grande della potenza degli eserciti, moltiplicata mille volte. Possiamo far nascere un nuovo mondo dalle ceneri del vecchio…” scrive in “Solidarity Forever” Ralph Chaplin. Questo nuovo mondo è frutto della solidarietà che deve irrobustirsi proprio a Natale.

Lo spazio della Solidarietà all’Istituto Comprensivo Maria Montessori di Alcamo

Lo spazio della Solidarietà è nato ad Alcamo, città che ha dato i natali a Cielo d’Alcamo, primo e originale cantore della Lingua Italiana, nel prestigioso Istituto Comprensivo Maria Montessori di Alcamo, diretto brillantemente dal dirigente scolastico Dott. Salvatore Sibilla, che comprende i plessi Aporti, Collodi, Montessori, S. D. Savio e F.M. Mirabella grazie alla generosità, forse rarissima in Italia, di un notissimo imprenditore. La notorietà nasce più che altro dall’amore che mette nel pensare e nell’impegnarsi per le nuove generazioni. “Più condividiamo, più possediamo. Questo è il miracolo!” ha affermato Vincenzo Sorrentino, anche a nome dei fratelli Vito e Giovanna. “Quest’anno facciamo qualcosa di diverso! Dovremmo, col cuore, sensibilizzare sui concetti di utilità, solidarietà e inclusione”. Questo è quello che vorremmo trasmettessero le scuole, ha continuato Vincenzo Sorrentino. “Bisogna ammettere che c’è un’atmosfera speciale: luci e addobbi natalizi invadono le strade, e bambini che ogni mattina continuano a chiedere «è già Natale?». Il tradizionale Calendario dell’Avvento è diventato il nostro migliore amico per farli aspettare fino ad allora. Quelli di noi che sono più fortunati, il Natale è il momento migliore per condividere veri momenti felici in famiglia, per viziare i nostri figli e vedere le luci nei loro occhi quando inizia la magia. Ma sono tutti davvero così felici? Nelle nostre comunità, nei nostri territori, i bambini hanno davvero tutti un Natale? Queste le premesse che ci hanno convinto ad andare oltre quello che solitamente facciamo o diciamo di volere fare. E abbiamo pensato ai bambini del nostro quartiere” ha fortemente sottolineato Vincenzo Sorrentino.

“Dobbiamo dire grazie” a chi ha ancora cuore

Particolarmente forte è il segnale della referente dell’Istituto Comprensivo Maria Montessori di Alcamo la prof.ssa Alessandra Mangano quando sottolinea, nel corso di questa significativa festa natalizia, offerta dalla pasticceria BIS Bar di Alcamo e da alcuni imprenditori del quartiere, che il tema della solidarietà dovrebbe permeare tutte le nostre coscienze e scardinare il torpore in cui vivono molti. “La scuola non ha neppure avuto il tempo di metabolizzare il grande gesto di solidarietà che gli imprenditori Sorrentino hanno assicurato ad alcuni bambini dell’istituto, ai quali hanno garantito il pasto gratuito giornaliero, che si è dovuta confrontare con un altro gesto di grande umanità”. La scuola diventa centro e perno di un quartiere, di un paese, di una città, quando su di essa investono i propri cittadini, le comunità su cui incidono con la loro azione educativa. Il BIS Bar, infatti, ha garantito in un momento particolare dell’anno, quando alcune congiunture non avrebbero permesso, nonostante la grande attenzione e l’impegno serio e determinato dell’Istituto scolastico e della stessa amministrazione comunale, il proseguo del tempo pieno, pasti ad alunni meno abbienti, in un momento storico particolare per il mondo e, nonostante tutto, anche per il nostro Paese. “Tante sono le emozioni che stiamo provando – ha affermato la professoressa Alessandra Mangano – in questo momento. Non sono tanti i momenti nei quali incontriamo donne e uomini, imprenditori, che si aprono alla solidarietà. E questi momenti vanno sottolineati. Non abbiamo fatto neppure in tempo a ringraziare e l’istituto è stato coinvolto in una festa la cui iniziativa è stata dei genitori, di una mamma in particolare, Caterina Borruso, ma che ha poi coinvolto tutto il quartiere e alcuni imprenditori come Toy School, Frappè animazione e lo stesso Bis Bar dei fratelli Vito, Vincenzo e Giovanna Sorrentino”.

La solidarietà si impara

Forse è cosa impossibile a realizzare che questi progetti comincino a far parte del curriculum ufficiale delle nostre scuole; comincino a diventare strumenti per la promozione della solidarietà diffusa e reale. Per fare ciò, per permettere che questi progetti diventino anima e cuore delle nostre scuole e della nostra società, sarebbe necessario abbandonare non solo una visione vissuta strumentalmente della solidarietà, ma anche una visione strumentale dell’educazione. Solo così la solidarietà potrà essere vissuta, condivisa, riflettuta, discussa e quindi compresa nella sua dimensione personale e politica. In questo senso, e con questa valenza, la solidarietà non si insegna (nella modalità teorica e strumentale che caratterizza gli interventi educativi di oggi) ma si impara. Si impara con gli esempi dei tanti “Bis bar” che dovrebbero mostrarci quanto diversa sia la modalità di vivere di solidarietà.

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