di Emanuele BuzziIl presidente del Movimento 5 Stelle contro il ministro degli Esteri. Di Maio: «Ho sbagliato a fidarmi di lui» Un Conte più di lotta che di governo. Il leader stellato stoppa un eventuale asse con i dem dopo le Politiche e stuzzica a più riprese sia Enrico Letta sia il premier Mario Draghi. L’occasione è il doppio intervento del presidente M5S prima a Il Foglio, poi alla Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. «Non vedo la prospettiva per collaborare con questi vertici del Pd. Non è questione di reazione risentita, il problema è che hanno abbracciato un progetto politico per me incomprensibile», dice Conte respingendo al mittente le aperture di Andrea Orlando che in un’intervista a La Stampa ipotizza un campo largo dopo il voto. Il leader M5S, che martedì incontrerà i Fridays for future, dice no anche a nuovi governi tecnici, perché serve «un governo politico» mentre la formula «larghe intese ormai equivale a stallo e a tecnica del rinvio». Sulle riforme, invece, arriva un via libera: «Siamo disponibili a confrontarci» ma «non si può buttare in campagna elettorale la proposta di un presidenzialismo per prendere i voti». Conte ironizza anche sul fatto che Letta abbia utilizzato il motto M5S: «Il segretario del Pd ha sottoscritto il nostro slogan “dalla parte giusta”. Vuol dire che siamo veramente dalla parte giusta». Ma le punzecchiature sono rivolte per lo più a Palazzo Chigi. «Dobbiamo stabilizzare il Superbonus per 5 anni», dice. E attacca: «Non mi chiedete perché il governo sia così ostile a una misura che ha rappresentato un volano per l’economia, per la crescita, che consente all’edilizia di tenere a galla il sistema Italia. Dovrebbe darci delle spiegazioni, non noi spiegare perché abbiamo presentato un emendamento per sbloccare la circolazione dei crediti». Il Corriere ha una newsletter dedicata alle elezioni: si intitola Diario Politico, è gratuita, e ci si iscrive qui Il premier ha ricevuto la Cna solo una volta? «Mi sembra un po’ pochino. Noi quante volte ci siamo incontrati quando ero a Palazzo Chigi? È difficile enumerarle. Governare il paese in una crisi come questa senza parlare con voi è un problema, o no? Il governo con chi parla?». Poi un altro affondo contro Draghi: «È stato consentito al ministro degli Esteri, in un momento delicato, di distogliere del tempo dal suo compito istituzionale, per formare un partito personale e in tutto questo gli è stato consentito poi di andare in tv, e ripetutamente di attaccare il partito di maggioranza relativa che lasciava con accuse gravissime. Il premier Draghi come mai ha acconsentito? Perché non lo ha chiamato dicendogli “non devi far fibrillare la maggioranza”?». Di Maio controbatte: «Conte e Salvini hanno pianificato con minuzia la caduta del governo», dice il ministro a Metropolis. E aggiunge: «Il più grande errore che ho fatto è stato aver dato fiducia a Conte». Intanto, alcuni big M5S che hanno terminato il secondo mandato (e che quindi non sono rieleggibili) provano a scaldare la campagna elettorale. A Torino per Chiara Appendino intervengono il presidente della Camera Roberto Fico e la ministra Fabiana Dadone. E proprio Fico, che difende il reddito di cittadinanza, assicura: «Crediamo nella contendibilità dei seggi uninominali». Il Movimento inizia la volata finale e prova ad allargare i propri orizzonti. 12 settembre 2022 (modifica il 12 settembre 2022 | 22:50) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-12 20:38:00, Il presidente del Movimento 5 Stelle contro il ministro degli Esteri. Di Maio: «Ho sbagliato a fidarmi di lui», Emanuele Buzzi