lavoro
di Valentina Iorio e Isidoro Trovato24 gen 2023
Meno paletti e pi semplificazione sui contratti a termine. Il governo Meloni vuole rivedere le causali introdotte dal decreto Dignit, che ha fissato a 24 mesi la durata massima del contratto a tempo determinato, contro i precedenti 36 mesi previsti dal Jobs Act. Secondo il decreto, il contratto pu avere una durata superiore ai 12 mesi solo in presenza delle seguenti causali: Esigenze temporanee ed oggettive, estranee all’ordinaria attivit Ragioni sostitutive Esigenze connesse ad incrementi temporanei, significativi e non programmabili della attivit ordinaria. Il governo non pensa a una cancellazione, come ipotizzato in un primo momento, ma a garantire maggior flessibilit nell’utilizzo di questa tipologia di contratti.
Il contratto a termine non di per s una forma di precarizzazione laddove c’ la possibilit di usarlo in modo sapiente. Non colpevolizzerei la flessibilit leggendola solo in chiave negativa, ha detto la ministra del Lavoro, Marina Calderone. Ipotesi che non piace ai sindacati, secondo i quali si rischia di aumentare ulteriormente la precariet. Il Movimento 5 Stelle accusa il governo di voler cancellare il decreto Dignit. La ministra del Lavoro Calderone dice che sbagliato considerare la flessibilit come precariet. Peccato che questa affermazione sia smentita dai numeri: colpisce dunque che la ministra, che dovrebbe conoscere il funzionamento del mercato del lavoro, affermi ci. Le consigliamo di leggere l’ultimo rapporto dell’Inapp, ente vigilato dal suo dicastero. Scoprir che dei nuovi contratti attivati nel 2021, 7 su dieci sono a tempo determinato mentre il part time involontario coinvolge l’11,3% dei lavoratori contro una media Ocse del 3,2%, dichiarano i capigruppo del M5S nelle commissioni Lavoro di Camera e Senato, Davide Aiello e Orfeo Mazzella.
Cosa pu cambiare
Credo si debba tornare sul tema delle causali, perch una cosa sono le causali che nascono dall’esperienza della contrattazione collettiva e che per me sono buone e una cosa quelle che in s che portano ad una tipizzazione di condizioni che poi sono di difficile applicazione. Dal mio punto di vista sono foriere di possibile contenzioso, ha dichiarato Calderone, al Forum dei commercialisti. L’obiettivo dichiarato della ministra la semplificazione: una causale sui contratti a termine che , dunque, non arrivi per legge ma sappia essere immediatamente fruibile per ogni categoria. Il decreto, atteso entro fine gennaio (anche se ancora non esiste alcuna bozza di testo scritto), punta a semplificare i contratti a termine fino a 24 mesi riducendo le causali e demandando le scelte pi concrete alla contrattazione collettiva. Il senso delle modifiche ipotizzate quello di avere contrattazione collettive per categorie, saltando passaggi che possano semplificare il processo, seppur mantenendo immutato il termine massimo di 24 mesi per il rinnovo. Non esistano clausole che rendano inattacabile un contratto — fanno sapere dal ministero del Lavoro — ma rendere un processo meno complesso significa evitare che qualcuno possa strumentalizzare passaggi poco chiari tra le pieghe delle norme. Presto avremo ipotesi di cambiamento ma di sicuro nessuna liberalizzazione.
Le critiche dei sindacati
Termine che invece ritorna nella protesta dei sindacati. Tornare alla liberalizzazione dei contratti a termine sarebbe profondamente sbagliato. A fronte di un abuso dei contratti a termine, certificato dai dati sull’occupazione di questi ultimi anni, la preoccupazione dovrebbe essere quella di ridurre e non aumentare le forme flessibili, che troppo spesso si trasformano in stabile precariet, afferma la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti. Per ridurre la precariet, aggiunge Scacchetti, da sempre sosteniamo che le causali dovrebbero essere introdotte all’inizio del rapporto di lavoro e dovrebbe esserci maggiore certezza di stabilizzazione al termine del contratto a termine. Netta anche la critica della Uil. L’uso indiscriminato dei contratti a termine, che stiamo registrando, non si pu classificare come normale flessibilit. Va fatta una riflessione profonda sulla riduzione della precariet e sulla necessit di riportare solo alla contrattazione le causali dei contratti a termine, afferma Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil. Anche la Cisl, pur ritenendo in buona parte condivisibili le affermazioni fatte dalla ministra Calderone a proposito del fatto che la flessibilit non necessariamente precariet chiede di mantenere le causali nate dalla contrattazione e che non si modifichi il buon equilibrio che si venuto a creare con la norma, chiesta dalla Cisl ed introdotta dal governo Draghi, che rinvia agli accordi sindacali il superamento dei 12 mesi di contratto a termine, che ha restituito flessibilit al sistema dopo l’irrigidimento provocato dal Decreto Dignit, ha dichiarato in una nota il segretario confederale Giulio Romani.
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