Contratto scuola: firma sempre più vicina? – Tuttoscuola,

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Potrebbe chiudersi questa settimana la trattativa all’Aran con i sindacati di categoria per il rinnovo contrattuale del personale del comparto Istruzione e Ricerca triennio 2019/21, anche se la firma sembra essere tutt’altro che una formalità. Due giorni di confronto – 12 e 13 luglio – potrebbero infatti non bastare a sciogliere i dubbi sul rinnovo del contratto scuola: la parte pubblica, rappresentata dall’Aran, e i sindacati (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal, Gilda e Anief) dovranno affrontare diversi aspetti per definire la parte normativa di un Ccnl che sta andando per le lunghe.

Interessati dal contratto scuola sono 1.232.248 dipendenti, di cui 1.154.993 appartenente ai settori scuola e Afam (compresi 850mila docenti) e 77.255 appartenenti ai settori università (con esclusione dei docenti) ed enti di ricerca. Quello di oggi e domani, 13 luglio, sarebbe il “secondo tempo” del rinnovo del Ccnl. Il “primo tempo” si è chiuso a fine 2022 e ha visto ottenere un aumento medio lordo mensile per 13 mensilità pari a 98 euro. Per gli 850mila docenti, gli incrementi medi lordi si erano attestati a 101 euro al mese. Le nuove risorse (442 milioni) sono il risultati della somma di 85 milioni di residui contrattuali, di 220 milioni per la valorizzazione dei docenti, dell’una “una tantum” di 100 milioni concordata con i sindacati e dei restanti 37 milioni per la revisione dell’ordinamento professionale del personale tecnico-amministrativo (Ata).

Con queste risorse aggiuntive l’aumento per gli insegnanti è destinato a regime a salire a circa 123 euro al mese. Se la partita si dovesse chiudere nei prossimi giorni, la nuova sequenza contrattuale dovrà poi essere approvata da Mef e Funzione pubblica, e passare infine alla registrazione della Corte dei conti. Tutto questo iter porterà a far scattare gli aumenti tra settembre, più probabilmente ottobre.

La nuova bozza di contratto scuola fatta circolare nei giorni scorsi dall’Aran vede un testo lungo e articolato nel quale sono presenti diverse parti del contratto scuola precedente e diverse novità importanti, tra cui la revisione del codice disciplinare dei docenti, sulla cui gestione, almeno secondo l’amministrazione, dovrebbe avere maggiore peso decisionale (in caso di inadempienze) il dirigente scolastico. Su questo punto, però, i sindacati non sarebbero d’accordo. Tra i nodi da sciogliere c’è anche il problema dell’assegnazione di più di 400 milioni di euro per il personale che porta avanti progetti vari: la maggior parte di quei fondi (300 milioni) era stata inizialmente destinata al “merito” dei docenti e ora la logica vorrebbe che rimanessero a loro disposizione. Qualche sindacato, però, vorrebbe dare una parte della somma anche al personale Ata.

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