IL CORSETTO DELL’IMPERATRICE. Nelle sale
Il corsetto la metafora di una vita soffocata, costretta, diversamente speciale. Al di l delle apparenze e dello sfarzo di corte. Ritratto di Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, imperatrice d’Austria e regina apostolica d’Ungheria, moglie di Francesco Giuseppe, cresciuta in Baviera, amica carissima di Ludwig e come lui irregolare, borderline, con una forte vena creativa. Vanitosa, poliglotta e gran fumatrice. Irresistibilmente attratta dalla nascente psicanalisi e dalla follia, malamente curata nei manicomi dell’impero. Adoratrice di cavalli indomabili e seducenti cavalieri, allergica alle formalit, con una forte vena autodistruttiva. Per tutti, Elisabetta la principessa Sissi. L’input viene dai film con Romy Schneider, bench quel nome mai venga evocato. Una donna potente in un mondo fondato sulla sottomissione, avviato alla decadenza.
La regista austriaca Marie Kreutzer (La vita che volevamo) usa Sissi come chiave di lettura del progresso e dell’emancipazione femminile all’interno della famiglia, della societ, del regno. Elisabetta poteva permettersi quello che nessun’altra al suo tempo avrebbe potuto consentirsi: per questo un formidabile modello, un faro.
Kreutzer sceglie pertanto il versante della non-biografia, aggiungendo particolari romanzati o inventati di sana pianta: forse i rapporti con Cecco Beppe, di sicuro quella fine cos melodrammatica. Nei 113’ del film, la regina si fa stringere addosso il corsetto oltre ogni limite: a 40 anni vuole essere seduttiva come una ventenne e chiede il vitino da vespa. Cavalca e tira di scherma come un maschio. S’impegna in prove di resistenza sott’acqua misurate dalle ancelle. Finestre aperte e cornicioni le fanno uno strano effetto. nevrotica, disturbata, fuori controllo. Sviene spesso, per vero o per finta, soffre l’etichetta di corte come una Lady Diana ante litteram.
Quando arriva la malinconia, si rifugia nella trasgressione, nell’eccesso dialettico, nella nebbia della droga. Vorrebbe fuggire via dalla dimensione di donna – madre – bella statuina. Ora triste ora euforica, si fa coinvolgere da Louis Prince, pioniere del cinema, nella magia dell’immagine in movimento. L’esangue Vicky Krieps, prossima Milady nell’ennesima versione dei Tre moschettieri, l’interprete ideale dell’imperatrice, chiusa tra pallori e rossori, svenevole e altera, dominatrice e ribelle, infine uccisa dalla solitudine.
IL CORSETTO DELL’IMPERATRICE di Marie Kreutzer
(Austria, 2022, durata 113’)
con Vicky Krieps, Florian Teichtmeister, Colin Morgan, Finnegan Oldfield, Tamas Lengyel, Aaron Friesz, Jeanne Werner
Giudizio: *** su 5
Nelle sale
10 dicembre 2022 | 07:25
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