Il tanto atteso Dcpm 60 Cfu, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che definisce i nuovi percorsi di formazione iniziale degli insegnanti della scuola secondaria di I e II grado firmato lo scorso luglio è stato pubblicato ieri, 25 settembre, in Gazzetta Ufficiale.
Il Dpcm definisce il percorso universitario e accademico di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado per le relative classi di concorso. Nel documento sono presenti tantissime informazioni su criteri e contenuti dell’offerta formativa, requisiti dei centri, modalità organizzative, costi massimi a carico degli interessati.
Tutti coloro che intendono conseguire i 60 CFU, come riportato in una tabella del documento, devono svolgerne 20 di tirocinio, di cui 15 di tirocinio diretto e 5 di tirocinio indiretto. Ma cosa cambia?
Tirocinio diretto
Il tirocinio diretto prevede:
- osservazione guidata delle attività svolte in classe, mirata all’individuazione e all’analisi delle strategie educative e didattiche;
- osservazione delle dinamiche relazionali nel contesto delle classi e valutazione delle loro ricadute sugli interventi educativi;
- osservazione durante lo svolgimento delle riunioni degli organi collegiali, del GLO e degli altri momenti di elaborazione collegiale;
- affiancamento e collaborazione nella progettazione, realizzazione e verifica delle attività didattiche.
Tirocinio indiretto
Le attività di tirocinio indiretto sono articolate in momenti di riflessione autonoma, e guidata e coordinata dai tutor volti a:
- rielaborazione delle attività svolte, nel confronto con i colleghi in formazione, i tutor, i docenti del percorso;
- costruzione di una complessiva documentazione del percorso formativo svolto, sotto forma di portfolio professionale.
Chi sono i tutor?
I centri in cui verranno svolte le attività di tirocinio di doteranno, come specificato nell’articolo 10 del DPCM, di tutor. Ma chi sono? Quali sono i loro compiti?
Si tratta di personale docente in servizio presso le scuole secondarie di primo e di secondo grado e si dividono in tutor coordinatori presso i centri e tutor dei tirocinanti nelle istituzioni scolastiche.
Il tutor coordinatore:
- orienta e gestisce i rapporti con i tutor, assegnando gli studenti tirocinanti ai gruppi-classe e alle scuole, e ha la responsabilità del progetto di tirocinio dei singoli studenti;
- provvede alla formazione del gruppo di studenti, attraverso le attività di tirocinio indiretto e l’esame dei materiali di documentazione prodotti dagli studenti nelle attività di tirocinio, ai fini della costruzione dell’E-Portfolio;
- supervisiona e valuta le attività di tirocinio diretto e indiretto;
- supervisiona le relazioni finali delle attività svolte nei gruppi-classe.
Il tutor dei tirocinanti:
- orienta gli studenti tirocinanti rispetto agli assetti organizzativi e didattici della scuola nonché le attività e le pratiche nei gruppi-classe sulla base del progetto di tirocinio;
- accompagna e monitora l’inserimento nei gruppiclasse e la gestione diretta dei processi di insegnamento degli studenti tirocinanti.
L’incarico di tutor coordinatore, svolto sotto la direzione del centro, ha durata quadriennale, è prorogabile per non più di un anno, e rinnovabile, per una volta e non consecutivamente, al fine di favorire in ambito scolastico la disseminazione delle esperienze realizzate. Ai docenti che assumono l’incarico di tutor coordinatore è concesso,
per l’esercizio dei relativi compiti, l’esonero o il semiesonero dall’insegnamento entro i limiti stabiliti dalla disciplina vigente.
I centri possono predisporre per i tirocinanti questionari di valutazione dell’esperienza svolta, i cui risultati sono utilizzati anche ai fini della conferma dei tutor. I risultati delle elaborazioni dei dati raccolti con i questionari sono pubblicati dai centri.
I centri, ai fini della conferma o della revoca dell’incarico di tutor, effettuano ogni anno una verifica delle capacità di:
- conduzione dei gruppi di studenti e sostegno al loro percorso formativo;
- gestione dei rapporti con le scuole e con gli insegnanti ospitanti;
- gestione dei rapporti con l’università o l’istituzione AFAM;
- gestione dei casi problematici riguardanti gli aspetti motivazionali all’insegnamento e le relazioni interpersonali con colleghi, studenti e famiglie.
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