Già alla scuola primaria costretti a recuperare. Sono gli alunni della Capitale che a quanto pare mostrano in diversi casi difficoltà sia in italiano che in matematica. Ma non solo: le scuole organizzano i corsi di recupero anche per “staccarli” dagli smartphone.
Il problema più sentito riguarda la comprensione del testo, si legge su La Repubblica, che dall’antologia arriva ai quiz di aritmetica. E così i brani di narrativa e le quattro operazioni di base sono diventati per migliaia di alunni scogli insormontabili, come sta emergendo dagli scrutini di metà anno scolastico.
Per molti insegnanti e dirigenti scolastici, si tratterebbe ancora degli effetti generati dal covid e dalla DaD.
All’istituto comprensivo Morvillo di Roma, a dire il vero, le “iniziative per il recupero ci sono sempre state, ma quest’anno sicuramente faremo più corsi — spiega la preside, Valeria Sentili —. Le la- cune sono diffuse e dall’anno scorso non ci sono stati miglioramenti: l’hanno dimostrato anche i test Invalsi“.
Si tratta di attività di recupero che riguarderanno tutta la scuola, in particolare per le quarte e quinte classi e anche per i bambini con genitori stranieri delle prime, delle seconde e delle terze classi.
Quello che emerge però da questa situazione, è che i corsi di recupero sono pensati anche in ottica di distrazione dal cellulare, dato che che dalla seconda primaria in su i bambini hanno un cellulare personale.
Ma non solo: alcune scuole, considerando il contesto post pandemico, hanno stabilito un periodico “fermo didattico”, ovvero “le classi si fermano col programma — racconta un papà — e gli insegnanti scelgono singoli argomenti già trattati che secondo loro vale la pena ripassare, perché non compresi fino in fondo”.