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Che la Francia sia paralizzata dagli scioperi contro la riforma delle pensioni forse non stupisce. Meno banale scoprire che anche in Cina sono scoppiate proteste contro i tagli al Welfare dei pensionati. Ancora meno scontato scoprire che negli Stati Uniti – un paese a cui molti italiani attribuiscono erroneamente un Welfare tutto privato – il governo deve proporre una maxi-stangata da duemila miliardi in dieci anni per riportare sotto controllo il deficit nelle spese sociali.
Emmanuel Macron, Xi Jinping e Joe Biden hanno in effetti un problema gigantesco in comune: la crisi del Welfare in questo momento peggiora lungo tutto l’asse Oriente-Occidente. Le societ che invecchiano si incontrano sullo stesso terreno, cio i crescenti squilibri finanziari di previdenza e sanit. A Pechino come a Parigi e a Washington, questo tema domina l’agenda domestica dei governi, con una sincronizzazione impressionante. Possiamo dividerci e scontrarci su tutto il resto, dall’Ucraina a Taiwan, ma l’invecchiamento demografico ci rende molto simili.
La Francia un caso da manuale per illustrare la difficolt che intere collettivit hanno a guardare la realt in faccia. Macron sta tentando semplicemente di alzare l’et pensionabile da 62 a 64 anni, una misura necessaria, modesta e tardiva. Con la speranza di vita attuale di un francese medio, la pensione a 62 anni a tutti gli effetti una baby-pensione insostenibile. L’Italia gi pi avanti della Francia da questo punto di vista. Ma la Francia ha una cultura statalista e assistenzialista molto radicata, come dimostra l’adesione di massa alle proteste di questi giorni contro il progetto Macron.
La Francia soffre di un analfabetismo economico antico, fu la patria del “lavorare meno lavorare tutti”, uno slogan contraddetto nei fatti: i paesi dove gli anziani lavorano pi a lungo (Giappone, Stati Uniti) hanno molta meno disoccupazione giovanile rispetto ai paradisi delle baby-pensioni. La spiegazione semplice: la ricchezza nazionale non una torta fissa da spartire tra generazioni, un’entit dinamica, pi c’ gente che lavora (anziani inclusi) pi questo lavoro genera benessere che a sua volta crea altri posti di lavoro. La visione pauperistica di una ripartizione della scarsit fu anche all’origine di un disastro francese come la legge delle 36 ore settimanali, che trent’anni fa diminu la competitivit e non aument affatto l’occupazione. Eppure una maggioranza di francesi, fedeli seguaci della religione dello statalismo, continuano a mobilitarsi contro le leggi dell’economia. Macron tiene duro, a ragione. Tuttavia la sua battaglia ancora in salita.
Pi sorprendente il fatto che Xi Jinping debba affrontare anche lui le sue manifestazioni di pensionati. Proprio cos. I primi a scendere in piazza di recente sono stati quelli di Wuhan, la citt tristemente celebre come focolaio originario del Covid. Le manifestazioni di protesta – poi ripetutesi anche in altre parti della Cina – sono state provocate dai tagli alle prestazioni sanitarie per gli anziani, misure di austerity con cui Xi cerca di rallentare l’aumento del deficit pubblico.
La Cina nonostante si proclami socialista ha un sistema sanitario ibrido, a cavallo tra quello americano ed europeo, dove una parte delle cure vengono pagate dal paziente e poi rimborsate a carico dello Stato. Con dei limiti. Un pensionato di 66 anni fino a qualche tempo fa riceveva l’equivalente di 30 euro mensili dallo Stato per far fronte a spese mediche. Di recente quell’aiuto si ridotto a un terzo. un effetto della riforma avviata da Xi per ridurre le tre grandi voci della spesa sociale: pensioni, assistenza medica, sussidi di disoccupazione. Il mega-fondo pubblico che gestisce il Welfare andato in deficit fin dal 2013, le sue perdite corrispondono al 28% del bilancio complessivo: la differenza tra il volume di spesa e le entrate formate dai contributi delle imprese e dei lavoratori. Le manifestazioni di piazza dei pensionati contro i tagli stanno a indicare che anche in Cina la crisi del Welfare suscita resistenze sociali.
L’America spesso considerata come un caso a parte. Chi la osserva da lontano spesso si ferma ai luoghi comuni, pensa che la sanit e le pensioni siano private. In realt una grossa parte del Welfare americano pubblica e grava sul bilancio federale (nonch, in misura minore, su quelli dei singoli Stati). Nella sanit i due pilastri del sistema pubblico sono il Medicare che gestisce l’assistenza a chi ha pi di 65 anni, e il Medicaid che provvede alle cure per chi sta sotto la soglia della povert. Nelle pensioni esistono i fondi privati ma si affiancano alla Social Security, l’Inps americano, istituzione creata da Franklin Roosevelt nel 1934.
Il Medicare continua a veder lievitare la spesa per effetto dell’allungamento della longevit, e anche perch si fa carico di cure sempre pi avanzate e costose (anche se in parte scarica i costi sui pazienti del ceto-medioalto attraverso un sistema di contributi obbligatori che sono delle vere e proprie imposte progressive). Il Medicaid ha un boom di spesa con molte cause, tra cui l’elevato livello a cui fissata la soglia della povert (22.000 dollari di reddito annuo per i single, 44.000 per un nucleo familiare). Inoltre molti Stati Usa governati dai democratici attingono al Medicaid per offrire cure gratuite agli immigrati, con o senza permesso di soggiorno. La Social Security in teoria dovrebbe essere in equilibrio perch si fonda su un principio puramente contributivo: maturi la pensione in base ai contributi che hai versato. Per anche qui l’allungamento della vita media gioca scherzi all’equilibrio di bilancio. Pensioni e sanit sono di gran lunga le due cause principali del debito pubblico americano che ha ormai raggiunto la soglia del 100% del Pil. In confronto la spesa militare minuscola, se paragonata ai cosiddetti entitlements, cio i diritti sociali acquisiti.
per arginare l’ascesa del deficit corrente e del debito, che Biden ha presentato un piano di tagli e nuove tasse da 2.000 miliardi in dieci anni. Ma su questo sar battaglia al Congresso, che ha l’ultima parola in materia di leggi di bilancio. I repubblicani, che hanno la maggioranza alla Camera, cercheranno di spostare l’equilibrio sui tagli di spesa anzich sull’aumento delle tasse. L’America offre anche la confutazione dell’idea secondo cui gli squilibri del Welfare possono essere sanati grazie al contributo dell’immigrazione. Il modello americano – fondato su flussi migratori positivi – ha dimostrato che gli immigrati consumano servizi sociali e assistenza pi di quanto contribuiscano con tasse e versamenti. In particolare il meccanismo dei ricongiungimenti familiari di famiglie numerose fa s che l’immigrazione contribuisca al deficit dei servizi sociali. In particolar modo in quegli Stati con amministrazioni democratiche, come California e New York, che sono particolarmente generosi nella concessione di sussidi agli stranieri.
Il filo rosso che unisce tutte le crisi dei sistemi previdenziali e sanitari da Occidente a Oriente, da Washington a Pechino passando per Parigi, tende a confermare che sar inevitabile ovunque un mix fra allungamento dell’et lavorativa cio posticipazione dell’et pensionabile (in America e Giappone gi situata fra i 67 e i 70 anni), pi la riduzione di certe prestazioni. L’aumento delle tasse la terza componente del mix, con le sue controindicazioni in paesi come la Francia dove gi la pressione molto elevata. La Cina parte da un livello di imposte inferiore, ma anche da redditi pro capite pi bassi e quindi esiter a percorrere in modo troppo vigoroso l’inasprimento fiscale. L’America ha una concorrenza fiscale al suo interno – con un esodo dagli Stati ad alta tassazione verso quelli a minore tassazione – ed ha una nuova maggioranza repubblicana decisa a imporre dei limiti stringenti agli appetiti del fisco federale.
8 marzo 2023, 19:47 – modifica il 8 marzo 2023 | 19:47
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