Cosa significa il colpo degli ucraini sulla caserma dei russi nel Donbass, a Makiivka

Cosa significa il colpo degli ucraini sulla caserma dei russi nel Donbass, a Makiivka

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di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

A capodanno la resistenza ha centrato con 25 razzi lanciati dagli Himars un edificio che ospitava un reparto dell’Armata nel Donbass, uccidendo dozzine di riservisti: Mosca ha ammesso una sessantina di vittime | Il punto militare | 317

Gli ucraini rispondono al martellamento quotidiano sulle loro citt, riuscendo a infliggere colpi: devastante quello su una caserma dei russi a Makiivka, nella regione orientale di Donetsk, sferrato nella notte di Capodanno.

In questa localit del Donbass la resistenza ha centrato un edificio che ospitava un reparto uccidendo dozzine di riservisti. Quasi 400 secondo Kiev mentre per gli invasori sarebbero meno di cento, una sessantina di soldati. Perdite importanti ammesse direttamente da Mosca solo oggi, dopo aver cercato di minimizzare. Era complicato nascondere quanto accaduto, c’erano le immagini del sito spianato, con molti caduti sotto le macerie, e le testimonianze. Il tiro micidiale sarebbe stato condotto con 25 razzi lanciati dagli Himars, il sistema fornito dagli Usa con un raggio d’azione di 80 chilometri e utilizzato per bersagliare le retrovie dell’Armata. Secondo alcune informazioni, l’intelligence ha individuato il target, lo ha tenuto d’occhio marcando anche i segnali elettronici (telefonini, radio) e quando state certa della presenza delle truppe ha comunicato i dati agli artiglieri. Una tattica ripetuta da mesi con grande successo su diversi fronti, solo che allora erano i depositi di bombe a saltare per aria uno dopo l’altro.

Le conseguenze sarebbero state gravi perch il complesso ospitava, oltre ai mobilitati, veicoli, munizioni e carburante. Si trovava tutto in un’area ristretta, un concentramento che ha amplificato l’impatto degli ordigni. Questo dettaglio stato rilanciato dall’ex ufficiale ultranazionalista russo Igor Girkin, di solito critico verso i generali: a suo giudizio un disastro prevedibile, dovuto agli ufficiali che non hanno disperso uomini e mezzi. Dall’altra parte — come ha notato l’esperto Rob Lee del King’s College di Londra — la gestione di personale appena formato e con minor autonomia operativa potrebbe avere inciso: i comandanti, in certi casi, preferiscono tenere le reclute compatte. Diverse le circostanze del secondo attacco nella localit di Klimovsky, in Russia: le autorit hanno raccontato di un raid di droni contro la rete elettrica, azione che avrebbe causato un blackout. La cittadina non molto distante dal confine settentrionale dell’Ucraina, dunque a portata di armi in dotazione all’esercito di Zelensky.

Kiev senza dubbio sotto pressione. I bombardamenti sulle aree abitate si susseguono, inevitabili le interruzioni dell’energia, alcune causate dai raid, altre preventive da parte dei tecnici. Sul web sono apparse foto di protezioni — sacchi di sabbia o muretti — attorno ai trasformatori, tentativi di attenuare gli effetti della strategia del terrore russa, anche se c’ poco da fare. Nei recenti strike degli occupanti — precisa il New York Times — sono stati impiegati in coppia i velivoli senza pilota iraniani Shahed e missili anti-aerei S300 riconvertiti (cosa gi avvenuta) in compiti terrestri, spia indiretta di una disponibilit minore di cruise. All’alba di luned l’Armata ha scelto di nuovo gli Shahed, una salva di 39 che gli ucraini sostengono per di aver abbattuto. Impossibile avere conferme indipendenti sui particolari, cos come sui bersagli della campagna di terrore. In maggioranza sono siti civili e infrastrutture, ma non mancano fabbriche belliche e basi. Proprio luned la Tass ha rivendicato l’uccisione di 70 mercenari stranieri a Markovo e Kramatorsk da parte delle forze aerospaziali.

In queste condizioni la resistenza reagisce perseguendo obiettivi militari ma anche propagandistici. Ogni lampo in terra russa pu servire a contrastare la narrazione del Cremlino — stiamo vincendo — mentre la distruzione di caserme o i danni in una base molto lontana dalla prima linea tengono in apprensione il nemico e alimentano la rabbia dei falchi, sempre scontenti della gestione del conflitto. I particolari diffusi da Girkin su Makiivka ne sono una conferma.

2 gennaio 2023 (modifica il 2 gennaio 2023 | 19:15)

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