Cosa succede se cade il governo Draghi: la guida alla crisi fino a mercoledì (salvo colpi di scena)

Cosa succede se cade il governo Draghi: la guida alla crisi fino a mercoledì (salvo colpi di scena)

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di Monica Guerzoni Il premier non sarebbe intenzionato a passare attraverso una verifica. L’ipotesi: Mattarella respinge di nuovo le sue dimissioni, scioglie le Camere e comunica la data delle elezioni. In questo caso Draghi rimarrebbe a Palazzo Chigi nel pieno dei suoi poteri «Totalmente risoluto» nel confermare il passo indietro. Così fonti di governo vicine a Mario Draghi interpretano il suo stato d’animo dopo lo strappo di Giuseppe Conte. Il capo del governo ha presentato giovedì 15 luglio le dimissioni e rimesso il mandato nelle mani del presidente della Repubblica. Una scelta sofferta, causata dalla scelta dei senatori del M5S di non votare la fiducia sul decreto Aiuti. La maggioranza numerica non è venuta meno, ma il patto politico alla base dell’esecutivo si è rotto e si è aperta una crisi extraparlamentare. Per il Quirinale allora la soluzione del rebus è portare ordinatamente il Paese alle elezioni, con Draghi al timone. Ecco la possibile evoluzione della crisi, in assenza di colpi di scena. Mercoledì dopo le comunicazioni il premier sale al Quirinale e si dimette (per la seconda volta). Mattarella non accetta le dimissioni e scioglie le Camere, senza aprire nuove consultazioni e comunicando la data delle elezioni Politiche che potrebbero tenersi il 25 settembre, il 2 ottobre o il 10 ottobre. Draghi, non essendo stato sfiduciato, resta in carica a Palazzo Chigi nel pieno dei suoi poteri e delle sue funzioni, fino all’arrivo del successore. Questa la formula che l’ex premier ha condiviso con il presidente Mattarella. Una soluzione che escluderebbe l’ipotesi di un governo tecnico, guidato ad esempio dal ministro dell’Economia Daniele Franco, per traghettare l’Italia alle urne nel febbraio del 2023. Lo schema è pronto. Eppure in quattro giorni molte cose possono accadere, anche che Conte decida di ritirare la delegazione dei ministri al Parlamento. Al Nazareno intanto, come annunciato a caldo da Enrico Letta, si lavora per provare a incollare i cocci della maggioranza. Un tentativo a dir poco arduo: Draghi dovrebbe accettare un voto mercoledì alle Camere sulla base del suo discorso e di nuove regole di ingaggio, con pochi e molto chiari paletti. Il primo, per lui, è che la coalizione non cambi perimetro perché Draghi lo ha detto con forza e pubblicamente: «Non guiderò un Draghi bis». 15 luglio 2022 (modifica il 15 luglio 2022 | 11:54) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-15 10:26:00, Il premier non sarebbe intenzionato a passare attraverso una verifica. L’ipotesi: Mattarella respinge di nuovo le sue dimissioni, scioglie le Camere e comunica la data delle elezioni. In questo caso Draghi rimarrebbe a Palazzo Chigi nel pieno dei suoi poteri, Monica Guerzoni

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