di Monica GuerzoniLo stretto coordinamento con Draghi. «Fondamentale» il ruolo della Turchia, il Paese Nato che più dialoga con la Russia ROMA – Un piano italiano per arrivare alla pace. Il traguardo, oltre le macerie, le fosse comuni e la dolorosa conta dei morti in Ucraina, è così lontano da sembrare un miraggio. Luigi Di Maio ammette che «la strada della diplomazia è stretta e in salita», eppure alla Farnesina si è lavorato anche nei giorni di festa. «Dobbiamo cercare con insistenza la pace, è l’obiettivo più grande che dobbiamo avere come Italia e come comunità internazionale — ripete il ministro nelle riunioni riservate — Non dobbiamo, non possiamo fermarci». I negoziati sono a un punto morto. E se è vero che Putin ha scelto la guerra a oltranza e non è più interessato a raggiungere la fine delle ostilità per via diplomatica, per Di Maio è proprio questo il momento di battersi per far ripartire i negoziati. Nell’ultima riunione con il suo staff e i vertici della Farnesina, il ministro ha parlato di un piano del «doppio binario» a cui il governo italiano lavora in stretto coordinamento con i due ambasciatori a Kiev e a Mosca, Pier Francesco Zazo e Giorgio Starace. L’obiettivo è far arrivare al governo ucraino e a quello russo la piena disponibilità dell’Italia a rimettere in moto le trattative di pace. «Serve subito un negoziato tra le parti e le Nazioni Unite per arrivare al cessate il fuoco — è il “primo step” indicato da Di Maio nelle riunioni a porte chiuse — Sarebbe il segnale che Mosca vuole trovare un accordo per la pace». E c’è un altro binario, parallelo, a cui l’ex leader del Movimento 5 Stelle lavora ed è il tentativo di aprire un secondo tavolo tutto politico, «un negoziato tra Russia, Ucraina e i Paesi garanti». Italia compresa. Un ruolo centrale in questo schema lo interpreta Ankara, il cui contributo il ministro degli Esteri ritiene «fondamentale» perché la Turchia è il Paese Nato che più dialoga con la Russia di Putin. Di Maio ritiene indispensabile che quel canale di comunicazione resti aperto e, «in stretto coordinamento con il presidente Draghi», si muove per consolidare i rapporti con la Turchia in un momento decisivo per gli sviluppi del conflitto: oggi Erdogan chiamerà Putin e proverà a convincerlo a cessare il fuoco. I contatti tra Roma e Ankara sono sempre più intensi, anche grazie all’attivismo dell’ambasciatore Giorgio Marrapodi. Il segretario generale della Farnesina Ettore Sequi ha incontrato il consigliere politico di Erdogan, Di Maio vedrà presto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e in settimana volerà di nuovo ad Ankara il direttore degli affari politici della Farnesina, Pasquale Ferrara. E c’è un’altra delicatissima missione a cui si lavora ed è il viaggio di Mario Draghi a Kiev per incontrare Zelensky, che presenta difficoltà logistiche e sul piano della sicurezza. Il premier volerà su Varsavia, poi salirà su un treno speciale organizzato dal governo ucraino in contatto con l’ambasciata italiana. Negli incontri di queste ore alla Farnesina, Di Maio ha commentato con sollievo la vittoria di Macron su Le Pen: «L’esito delle elezioni in Francia deve essere un faro anche in Italia, davanti a una guerra che sta cancellando i valori democratici. Più europeismo ci permette di migliorare l’Europa, con più sovranismo invece ci isoleremmo e sarebbe devastante». Sulle sanzioni contro la Russia il ministro conferma la linea dura. «Nessuno sconto e nessun veto al blocco dell’importo del gas russo» è l’indicazione di Di Maio al corpo diplomatico, perché porti avanti la linea nei vertici Ue e internazionali. «Le sanzioni sono l’unico strumento pacifico che ci permette di contrastare le armi dell’esercito russo, bloccando l’economia di Mosca e quindi il finanziamento alla guerra di Putin». Ai vertici dell’Europa l’ex vice di Conte a Palazzo Chigi, in asse con Draghi, chiede di imporre un tetto massimo al prezzo del gas russo. «L’Ue deve avere coraggio, dimostri di voler tutelare imprese e famiglie», sprona nei suoi colloqui Di Maio e chiede a tutti i partiti di «sostenere questa battaglia italiana in maniera compatta e unita». Un’altra sfida che molto gli sta a cuore è abbattere il «meccanismo arcaico» del voto unanime dei 27 Paesi membri in Commissione a Bruxelles: «Spesso si bloccano decisioni epocali a causa del veto di un solo Paese e questo non è più accettabile». 26 aprile 2022 (modifica il 26 aprile 2022 | 06:59) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-26 04:59:00, Lo stretto coordinamento con Draghi. «Fondamentale» il ruolo della Turchia, il Paese Nato che più dialoga con la Russia, Monica Guerzoni