di Francesco VerderamiGli atti citati a Montecitorio non sono disponibili per i parlamentari. Freddezza tra gli alleati: solo Salvini ha manifestato solidariet all’esponente FdI L’imbarazzo di Palazzo Chigi si presto tramutato in preoccupazione, perch le parole pronunciate alla Camera da Donzelli hanno scatenato un putiferio non solo nei rapporti con l’opposizione ma anche nella maggioranza e soprattutto dentro il governo. E rischiano di produrre gravi conseguenze, non solo politiche. L’intervento in Aula del responsabile organizzativo di FdI doveva servire ieri a sottolineare che il trasferimento dell’anarchico Cospito dal carcere di massima sicurezza in Sardegna nulla c’entrava con la linea intransigente del suo partito e dell’esecutivo sul 41 bis, riaffermata la sera prima in Consiglio dei ministri. Ma Donzelli si spinto troppo oltre. E per attaccare la sinistra arrivato a riferire dei rapporti tra le sbarre di Cospito con i boss della mafia per far cadere la norma sul carcere duro. Una ricostruzione dei colloqui talmente circostanziata non poteva che esser frutto di documenti riservati: quelli in possesso di una struttura sensibile del ministero della Giustizia come il Dap. E sul Dap ha la delega un altro esponente di FdI, il sottosegretario Delmastro, che divide casa a Roma proprio con Donzelli e che candidamente ha ammesso di aver parlato dell’argomento con il collega. L’incredibile autogol ha lasciato basito un magistrato dai trascorsi ineccepibili come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano, ha provocato l’ira del Guardasigilli per la fuga di notizie dal suo dicastero e ha costretto Meloni a intervenire presso gli alleati per cercare di limitare i danni. Solo Salvini si esposto per solidarizzare con Donzelli. Il resto del centrodestra rimasto a debita distanza, in silenzio, mentre Nordio esternava tutto il suo disappunto e chiedeva al gabinetto della Giustizia di verificare quanto accaduto. Anche perch per ottenere accesso agli atti citati da Donzelli servono precise richieste: non sono nelle disponibilit dei parlamentari, come ha tentato di difendersi il deputato. Si vedr se il responsabile organizzativo di FdI rester al Copasir o si dimetter dal ruolo di vice presidente del Comitato sui Servizi, come chiedono le opposizioni. Si vedr se la presenza di Delmastro al ministero sar compatibile ancora con quella di Nordio. E si vedr anche se — a causa di quel discorso in Aula — sono state violate notizie di un possibile fascicolo d’inchiesta. Ma il punto politico. E il danno ricade su Meloni, che cercher di far abbassare la tensione e preservare per quanto possibile i dirigenti del suo partito, consapevole che le opposizioni cavalcheranno la questione. Appare scontato che la polemica sia destinata a montare. A parte le ammissioni di Delmastro e dello stesso Donzelli, che fuori dall’Aula ha infarcito di ulteriori particolari il suo discorso, lo scontro si protrarr anche nel giur d’onore, che il Pd — sentitosi offeso dalle affermazioni del deputato di FdI — ha chiesto ed ottenuto dal presidente della Camera Fontana. Hanno tentato di accostarci ai mafiosi, denuncia la capogruppo dem Serracchiani, che insieme ad altri compagni di partito era andata in carcere per verificare le condizioni di salute di Cospito: Ma noi siamo convinti sostenitori del 41 bis. Se l’intento della destra era denunciare le contiguit di una certa sinistra con i gruppi anarchici, il colpo finito fuori target. Cos la ricaduta su Palazzo Chigi duplice. Intanto l’obiettivo degli avversari mettere in difficolt la premier sul delicato tema della giustizia, evidenziando la contraddizione in cui stata cacciata: Se vero che mira a debellare l’uso mediatico delle intercettazioni — dice Costa del Terzo polo — non pu far passare che un suo esponente riveli notizie riservate addirittura in un dibattito parlamentare. Di qui il nervosismo di Nordio: per quanto le forze di opposizione gli abbiano fatto sapere che non lui nel mirino, il timore del Guardasigilli che questo passo falso possa intralciare la sua azione legislativa. Ma soprattutto Meloni che vede di fatto sconfessata quella linea della sobriet alla quale ancora l’altro ieri si era richiamata, esortando a evitare polemiche nell’interesse nazionale. Attenta com’ nella gestione dei dettagli e dei rapporti, capace di strappare giudizi positivi da Bruxelles per l’atteggiamento in Europa e di ricevere consensi dai partner internazionali per la postura sul conflitto in Ucraina, la premier viene in questo caso risospinta indietro per responsabilit della sua stessa classe dirigente, che stenta a interpretare il nuovo ruolo. E come Penelope deve tessere la tela che altri in questi primi cento giorni le hanno a volte disfatto. 1 febbraio 2023 (modifica il 1 febbraio 2023 | 00:08) © RIPRODUZIONE RISERVATA