Covid, in Cina scatta la corsa a un farmaco italiano, l’Udca | Cos’è e come funzionaI contagi a Pechino, le conseguenze per noi

Covid, in Cina scatta la corsa a un farmaco italiano, l’Udca | Cos’è e come funzionaI contagi a Pechino, le conseguenze per noi

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A volte la storia inverte la sua direzione in modo paradossale.

Tre anni fa la Cina proib l’export della sua sterminata produzione di prodotti farmaceutici, proprio quando l’Europa e l’Italia erano travolte con la massima violenza dalla prima ondata del Covid19.

In queste settimane invece si sta snodando la trama opposta: per la prima volta il panico pandemico investe la Cina i cui cittadini, lasciati dal governo senza protezione n preparazione, si riversano a comprare un farmaco il cui ingrediente di base prodotto molto spesso in Italia e il cui uso era stato pensato per sindromi del tutto diverse.

Ma oggi in Cina quel prodotto made in Italy va a ruba nella speranza che quel prodotto si riveli la medicina magica contro il virus.

Quel che accade adesso va dunque riletto alla luce di quel che accadde allora, poco meno di tre anni fa. Nelle prime settimane della pandemia lo Hubei, la provincia cinese la cui capitale Wuhan, annunci la chiusura all’esportazione di una lunga lista di prodotti farmaceutici. Per l’Italia e l’Europa, allora investite dalla prima ondata del nuovo virus proveniente proprio da Wuhan, quella stretta acu la sensazione di panico e impotenza. Lo Hubei la prima provincia della Cina per produzione di ingredienti e principi attivi farmaceutici, quelli che poi entrano nei medicinali assemblati in Europa. E nel decennio fino al 2020 l’export farmaceutico della Repubblica popolare era aumentato fino a rendere l’Europa del tutto dipendente da esso. Il fatturato nel mondo dell’industria farmaceutica cinese era quadruplicato a 120 miliardi di dollari l’anno (secondo i dati dell’Ocse di Parigi). La chiusura all’export di principi attivi contribu dunque a determinare, a cascata, a una scarsit di medicinali in Europa.

A met aprile del 2020, poche settimane dopo il blocco dello Hubei, la Societ italiana di farmacia ospedaliera, diffuse una lista di diciotto farmaci dei quali – annunci – c’era carenza: tra di essi il remdesivir (molto usato contro il Covid) e tre antibiotici.

Avanti veloce ad oggi, e la situazione appare curiosamente opposta.

Di fronte alle proteste della popolazione cinese dopo anni di restrizioni estenuanti, il regime di Ji Xinping il 7 dicembre scorso ha tolto dieci divieti fondamentali. L’era degli asfissianti lockdown delle megalopoli cinesi, per il momento, finita. Ma lo ha fatto senza che fosse stata eseguita un’adeguata campagna vaccinale, senza che fossero state rafforzate le terapie intensive e senza sufficiente disponibilit di farmaci per mitigare l’impatto del virus.

Anche per questo dalla met di dicembre ricercatissimo in Cina un farmaco del cui principio attivo il primo produttore al mondo un’azienda italiana: la Ice (Industria Chimica Emiliana) di Reggio Emilia, fondata come impresa familiare nel 1949 e ceduto dai fratelli Enzo e Maurizio Bartoli nel 2019 al fondo d’investimento Advent International.

Il principio attivo sul quale Ice particolarmente forte l’acido ursodeossicolico (Udca), indicato per sindromi epatiche e biliari. (Ecco che cos’ e come funziona).

La sorpresa di queste settimane venuta per da uno studio pubblicato il 5 dicembre su Nature da due ricercatori dello Stem Cell Institute di Cambridge, Teresa Brevini e Fotios Sampaziotis. I due presentano alcuni indizi secondo cui Udca potrebbe aiutare a prevenire l’infezione da Covid o a renderne i sintomi pi lievi.

Gli autori stessi dello studio sottolineano per che non ci sono prove conclusive, che per avere conferme serve uno studio clinico molto pi strutturato e comunque il farmaco non deve sostituire la vaccinazione: semmai, pu accompagnarsi ad essa.

Non importa: i medici in Cina hanno iniziato a prescrivere Udca per i loro pazienti, anche sanissimi.

Il farmaco diventato improvvisamente molto ricercato dalla popolazione. Ora andato a ruba e le case cinesi che assemblano il principio attivo — Xuantai Pharma e New China Pharma — hanno visto le loro azioni letteralmente esplodere alla Borsa di Shanghai.

Questo quel che accade quando un governo, per puro nazionalismo, rifiuta di importare i vaccini pi efficaci per il Covid solo perch essi derivano da tecnologie occidentali come l’mRNA.

Ma naturalmente nessuno in Italia sta pensando di bloccare, solo per questo, l’export di principi attivi verso la Cina.

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