Covid, test obbligatorio per chi arriva dalla Cina: I positivi in quarantena Anche gli Usa adottano restrizioni

Covid, test obbligatorio per chi arriva dalla Cina: I positivi in quarantena Anche gli Usa adottano restrizioni

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di Silvia Turin

Oggi quasi un cinese su cinque risulterebbe positivo e pi Sars-CoV-2 circola, pi probabile che nascano varianti significative, con caratteristiche di maggiore diffusivit o patogenicit

Il ministero della Salute ha disposto l’obbligo di sottoporsi a tampone anti Covid per tutti i passeggeri in arrivo dalla Cina. Ne ha dato notizia il ministro della Salute Orazio Schillaci. La decisione stata assunta in seguito ai preoccupanti dati epidemiologici cinesi. Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana quanto dichiara Schillaci. Lo stesso ministro ha precisato in serata che chi risulter positivo al test verr posto in quarantena. Schillaci ritiene che i vaccini cinesi siano poco efficaci. Il ministro della Salute ha mandato una lettera alla Commissione Ue per chiedere un raccordo sulle misure a livello europeo.

Anche gli Stati Uniti si apprestano a introdurre restrizioni a quanti sbarcano dalla Cina: a tutti i viaggiatori verr chiesto di esibire un test negativo effettuato non pi di 48 ore prima della partenza. La misura scatter dal 5 gennaio – fa sapere Washington – perch Pechino non condivide sufficienti informazioni sull’andamento della pandemia.

Poco prima che scattasse la decisione del ministero anche la Regione Lazio aveva disposto i test per chi sbarca a Fiumicino da Pechino o Shanghai. Stessa linea era stata adottata marted dalle autorit sanitarie della Lombardia per l’aeroporto di Malpensa. Su un volo proveniente da Pechino il 52% dei passeggeri stato trovato positivo a Covid ha detto l’assessore alla sanit della Lombardia Guido Bertolaso.

C’ preoccupazione da parte delle autorit sanitarie mondiali per la situazione dei contagi Covid in Cina: i numeri non sono forniti dal governo di Pechino, ma secondo quelli elaborati dagli istituti occidentali di analisi sanitaria, come la britannica Airfinity, quasi un cinese su cinque risulterebbe positivo, le terapie intensive sarebbero sature di pazienti e il numero dei morti avrebbe superato i cinquemila al giorno, come racconta (in questo articolo) Guido Santevecchi.

Stop alla politica zero Covid

In pi, l’abbandono della politica zero Covid da parte della Cina, ormai definitivo, sta per segnare gli ulteriori, ultimi passi: dall’8 gennaio Pechino riprender l’emissione e il rinnovo dei passaporti per l’estero e, alla notizia, la ricerca di aerei e destinazioni all’estero si era moltiplicata per dieci rispetto all’anno scorso.
Oltre all’apprensione per i malati gravi in Cina, c’ allarme per le conseguenze epidemiologiche di una mole di contagi cos vasta: si potrebbero generare nuove varianti anche pi letali che dal Paese asiatico potrebbero diffondersi nel resto del mondo.

La pericolosit della situazione cinese

Ma perch proprio le infezioni in Cina sarebbero cos preoccupanti riguardo allo sviluppo di nuove varianti? La probabilit di comparsa delle varianti cresce con l’aumentare della circolazione del virus e in Cina alcune previsioni tracciano due picchi di contagi con cifre abnormi: 3,7 milioni al giorno a met gennaio e 4,2 milioni al giorno a marzo. I virus a Rna come il coronavirus — spiega Paolo Bonanni, epidemiologo, professore ordinario di Igiene all’Universit di Firenze — ogni volta che si riproducono fanno degli errori, chiamati “mutazioni”. Nella maggior parte dei casi le mutazioni non determinano cambiamenti importanti nella struttura del virus. Tuttavia pi un virus circola pi probabile che nascano varianti significative, con caratteristiche di maggiore diffusivit o patogenicit. come con una slot machine: pi tentativi vengono fatti, pi elevata la probabilit che emerga una combinazione pi diffusiva, o anche pi aggressiva del virus.

Una popolazione poco immune

Ed questo l’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanit (Oms) sulla situazione in Cina: a causa della politica zero Covid la popolazione locale praticamente naive, cio non ha quasi avuto precedenti esposizioni al virus Sars-CoV-2 e ha poca immunit. Non solo, gli anziani sono stati poco vaccinati (solo il 48 per cento dei cinesi tra i 70 e i 79 anni e il 20 per cento degli over 80 hanno ricevuto tre dosi) e i vaccini offerti, Sinopharm e Coronavac, si sono dimostrati molto meno efficaci di quelli utilizzati in Europa e Usa. In base alle stime disponibili, quindi, solo il 25% della popolazione cinese avrebbe un qualche grado di immunit a Omicron (vaccino o infezione). In Italia l’84,4% della popolazione vaccinato, senza considerare i guariti.

Oltre Omicron

Il virus in Cina quindi libero di contagiare milioni di persone e di replicarsi e mutare milioni di volte. Ma c’ da tener presente un altro aspetto: la variante che potrebbe diffondersi potrebbe non essere Omicron. E questa un’altra grande fonte di preoccupazione: Mentre nei primi due anni di pandemia si sono create nuove varianti con ceppi diversi tra loro (Alfa, Delta, Beta, Omicron), nell’ultimo anno si sono sviluppate solo sottovarianti di Omicron — spiega l’epidemiologo — che rappresentano un segnale di tendenza all’endemizzazione del virus grazie ai vaccini. Il problema che in Cina, con una circolazione del virus cos elevata, potrebbe effettivamente nascere una variante completamente nuova e molto distante dal ceppo Omicron, magari capace di superare la protezione offerta finora dai vaccini in uso. Ci troveremmo allora in una situazione pi pericolosa, che ci potrebbe portare a livelli di malattia grave, ospedalizzazione e morte che non conoscevamo da tempo sottolinea Paolo Bonanni. La stessa Omicron, lo stanno dimostrando gli ospedali cinesi pieni, non cos mite: Omicron non meno letale – conferma Bonanni —. Piuttosto la sua aggressivit si confrontata con un sistema immunitario allenato dalle vaccinazioni o dall’infezione e per questo la sua gravit risultava attenuata. Anche un recente studio conclude che, se Omicron non avesse incontrato una popolazione vaccinata come quella occidentale (o comunque immune alla malattia), sarebbe stata letale come il ceppo Wuhan (ma meno della variante Delta).

Monitoraggio e richiami vaccinali

Quello che possiamo fare noi oggi sono i richiami vaccinali (soprattutto dei fragili) per prepararci a un’eventuale nuova variante diffusiva che potrebbe pi facilmente crearsi con i milioni di infezioni in Cina. Pare infatti molto improbabile che la protezione data dai vaccini si possa totalmente azzerare, mentre potrebbe abbassarsi proporzionalmente di pi in chi non abbia fatto richiami recenti, conclude Bonanni. Importante non farsi trovare impreparati, sia come singoli, sia come comunit: quel che sta succedendo in Cina quel che sarebbe potuto avvenire da noi se non avessimo avuto vaccini efficaci. Dal punto di vista del tracciamento fondamentale poi il sequenziamento dei positivi per intercettare in tempo l’ingresso di nuove varianti.

28 dicembre 2022 (modifica il 28 dicembre 2022 | 21:22)

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