Ormai la scuola è ricominciata per tutti. Per la prima volta dopo l’emergenza da Covid19, alunni e personale scolastico rimettono piede in una scuola senza restrizioni, distanziamento, tamponi, gel e mascherine. Per ora. Perché il virus sembra che sia ritornato ad alzare la testa e le scuole sono in attesa di ricevere indicazioni su comportamenti cui insegnanti, alunni e famiglie dovranno attenersi per prevenire la diffusione del virus Sars-CoV-2 da un tavolo tecnico che avrebbe dovuto partorire le linee guida già lo scorso 18 settembre. Linee guida di cui attualmente non si hanno notizie. Il problema starebbe nel rendere compatibili le raccomandazioni con le circolari che hanno da poco eliminato quasi tutti gli obblighi in vigore negli anni della pandemia: via l’isolamento di cinque giorni per i positivi sintomatici e asintomatici, via la mascherina, via i tamponi. E allora, come tornare a chiedere agli alunni e alle loro famiglie di restare a casa se poi, fuori le mura scolastiche, ognuno è libero di andare e fare quel che vuole?
Andiamo con ordine. Lo scorso 14 settembre si è svolto al MIM un incontro con i sindacati per un confronto sull’aumento della diffusione del Covid e l’inizio dell’anno scolastico. Proprio in questa occasione è stato stabilito, su richiesta del Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che per la scuola siano date indicazioni specifiche che tengano conto della particolarità dell’ambiente scolastico. Il Ministero della Salute a seguito della richiesta del Ministro avrebbe emanato a breve una circolare con i criteri guida validi er tutto l’anno scolastico.
Intanto i contagi sono aumentati da 21.316 di fine agosto a 30.778 secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute, ma i ricoveri restano sotto controllo. Per questo il governo non vorrebbe dare l’idea di voler fare passi indietro rispetto alle sue politiche di apertura. Anche perché, come fa notare anche il Corriere della Sera, l’Italia sarebbe la prima a reintrodurre misure restrittive. L’infettivologo del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, dichiara: “I ragazzi non dovrebbero essere più vessati. Non c’è ragione di non lasciarli liberi. Oggi il Covid è malattia impegnativa o grave soprattutto negli anziani”.
L’impennata di contagi è dovuta soprattutto alla variante Eris (derivata dal ceppo Omicron) contro la quale i nuovi vaccini funzionano, proteggendo dal Covid più grave.
“I contagi crescono, ma l’incidenza non è molto elevata – rassicura anche Giovanni Rezza, ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute -. C’è un lento aumento delle ospedalizzazioni. Questo indica che, come sappiamo benissimo, il Covid non è sparito, anche se l’impatto clinico è molto più basso rispetto al recente passato. È bene vaccinarsi“.
Ricordiamo che il ciclo primario di vaccinazione è previsto per tutti i soggetti a partire dai 5 anni di età. Per la fascia di età 6 mesi – 4 anni (compresi) il vaccino è raccomandato ai bambini che presentano condizioni di fragilità, tali da esporli allo sviluppo di forme più severe di infezione da SARS-Cov2 ed è disponibile, su richiesta del genitore o di chi ne ha la potestà genitoriale, anche per la vaccinazione di tutti gli altri bambini in questa fascia d’età.
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