Covid, Ue: Introdurre lobbligo di test per chi parte dalla Cina

Covid, Ue: Introdurre lobbligo di test per chi parte dalla Cina

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di Samuele Finetti

Bruxelles incoraggia gli Stati membri a introdurre test per tutti i passeggeri in partenza dalla Cina. Il test deve essere effettuato non oltre le 48 ore precedenti alla partenza

Ha evocato unit, Stella Kyriakides, come strumento pi efficace che l’Europa pu mettere in atto contro il Covid. Unit che, tuttavia, ieri si manifestata solo in parte. I rappresentanti dei 27 membri riuniti per l’Icpr, il meccanismo europeo di risposta politica alle crisi, erano chiamati a discutere sulle restrizioni da imporre ai viaggiatori in arrivo dalla Cina: hanno s raggiunto un accordo, ma solo su alcune raccomandazioni.

Solo raccomandata, e non obbligatoria, la richiesta di un tampone negativo entro le 48 precedenti al decollo. Una misura che era la pi discussa tra quelle comprese nel piano riassunto mercoled su Twitter dalla stessa commissaria alla Salute e che ieri stato approvato: utilizzo raccomandato delle mascherine a bordo, monitoraggio delle acque reflue negli aeroporti e rafforzamento dei controlli interni, con test casuali su chi atterra nell’Ue.

La stragrande maggioranza che, secondo un portavoce, era pronta ad adottare i controlli non si allargata a tutti i 27 membri. La differenza tra raccomandazione e obbligo potrebbe essersi giocata proprio sul test all’imbarco. L’incontro di ieri – che iniziato alle 15 e sarebbe dovuto terminare entro le 18.30 — si concluso dopo sei ore, poco prima delle 21.

Qualche ipotesi su quali Paesi si siano messi di traverso si pu formulare. L’Austria, ad esempio, si detta contraria a nuove restrizioni, non tanto per motivi sanitari, quanto perch il governo di Vienna teme che possano trasformarsi in un duro colpo per le casse nazionali e comunitarie: la riapertura delle frontiere cinesi, prevista per l’8 gennaio, preannuncia il ritorno del pi importante mercato asiatico per le prossime stagioni turistiche, ha dichiarato in un comunicato una sottosegretaria del ministero dell’Economia.

E pure la Germania ha sposato una linea pi cauta e ha di nuovo assicurato che non sono necessarie nuove misure quando Italia, Francia e Spagna avevano gi annunciato — e, nel caso nostrano, introdotto — provvedimenti di controllo sui passeggeri.

Lo scenario pi probabile che si continui ad andare per ordine sparso. Perch, sempre ieri, alla lista dei Paesi pronti a inaugurare nuove regole si aggiunta la Svezia: Stoccolma, che dal 1 gennaio ha assunto la presidenza di turno dell’Ue, si sta preparando a introdurre restrizioni che includono un test negativo per entrare dalla Cina.

A favore del pacchetto presentato dalla Commissione si espressa l’Organizzazione mondiale della Sanit: misure comprensibili, ha commentato ieri il direttore Tedros Adhanom. Mentre la Iata, la principale associazione internazionale delle compagnie aeree, si schierata sul fronte opposto, con il numero uno Willie Walsh che ha definito inefficaci le misure, sostenendo che il virus circola gi all’interno dei confini.

In ogni caso, in Cina non circolano varianti che non siano gi presenti in Europa. Le analisi delle ultime sequenze genomiche condivise da Pechino evidenziano che il 97,5% dei milioni di cinesi malati sono stati contagiati da sottovarianti di Omicron. La cui letalit sta comunque provocando migliaia di morti ogni giorno, e non le poche — 13 in tutto dicembre — che le autorit riconoscono. Cifre decisamente sottostimate, ha denunciato ieri l’Oms. Tutto sotto controllo, secondo il Partito comunista, che prima ha rifiutato i vaccini gratuiti offerti da Bruxelles e poi, ha fatto sapere ieri la Casa Bianca, anche quelli messi a disposizioni dagli Stati Uniti .

4 gennaio 2023 (modifica il 4 gennaio 2023 | 22:32)

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