Durante la sua recente apparizione nel programma “E poi c’è Cattelan” su Rai 2, lo psichiatra Paolo Crepet ha toccato temi molto sensibili riguardanti la relazione tra genitori e figli ed il fenomeno dell’infantilizzazione dei genitori. La sua analisi rispecchia una preoccupante dinamica sociale che sembra essere in crescita.
Crepet ha sottolineato come sempre più genitori desiderino colmare il divario generazionale con i loro figli, aspirando a condividere gli stessi gusti musicali, partecipare alle loro discussioni e in generale, a diventare più amici che genitori.
Questa sovrapposizione dei ruoli tra genitore e figlio rappresenta una deviazione dalla tradizione che, secondo Crepet, non era mai avvenuta prima nella storia dell’umanità. La tendenza di alcuni genitori a voler apparire più giovani dei propri figli è delineata come una “gara incredibile” che ha implicazioni profonde sulla crescita e sull’indipendenza dei giovani.
Un altro punto cruciale sollevato da Crepet è la eccessiva ingerenza dei genitori nella vita dei figli, al punto da eliminare spazi di autonomia e trasgressione necessari per la loro crescita. Esempi specifici sono stati forniti attraverso l’uso del registro elettronico che informa i genitori in tempo reale sulle assenze dei figli o l’idea di genitori che ricorrono a vie legali per contestare insuccessi scolastici dei figli. Queste dinamiche, secondo Crepet, vanno contro il concetto di fiducia e responsabilizzazione che dovrebbe essere instillato nei giovani.
Crepet ha anche toccato il tema della normalizzazione di termini tecnici come ansia, depressione e trauma, sottolineando come la loro banalizzazione possa contribuire a un clima di costante preoccupazione che permea la società, particolarmente dannoso per i giovani in crescita. L’ansia, ad esempio, è stata descritta come un’emozione naturale che può essere addirittura benefica in determinati contesti, a differenza della sua percezione negativa generalizzata.
Verso la fine dell’intervista con Alessandro Cattelan, è emerso il tema del merito, identificato come un “nemico” del tempo presente. Crepet ha evidenziato come la mancanza di riconoscimento del merito possa essere demoralizzante, suggerendo una necessaria riflessione su come la società dovrebbe valorizzare l’impegno individuale.
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