Sul dibattito legato allo stupro di Palermo e alla violenza sulle donne interviene lo psichiatra Paolo Crepet.
Su Controcorrente, su Rete 4, l’esperto dice: “Mi ha colpito il fatto di non essere colpito. È il ritorno di un eco terribile, cinquant’anni fa il processo per stupro, stesse parole, stessi atteggiamenti contro le donne. Cosa non va nei giovanissimi oggi? Sono saltate le agenzie educative, ogni genitore ha la possibilità di bloccare le cose sul telefonino o sul computer del figlio, se lo si volesse fare lo si sarebbe già fatto“.
Secondo Crepet, i genitori non avrebbero voglia di intervenire, “perché questo vorrebbe dire instaurare un contrasto coi propri figli mentre noi siamo una generazione che ha contestato i propri genitori per diventare servi dei propri figli e questo è il risultato”.
Sulla proposta di educazione sessuale a scuola, lo psichiatra dice: “Tutto quello che avviene nella scuola va bene, l’importante che avvenga qualcosa”.
“Io aggiungerei un suggerimento alla politica: abbiate il coraggio di portare la maggiore età a 16 anni, diamogli delle responsabilità”, dice Crepet, che poi viene interpellato sul problema dei social: “sono stati inventati per amplificare, è una cassa di risonanza, nel bene o nel male sono questo. È il limite dei social network, questo non vuol dire bruciare tutto, ma credo che un’idea su una scuola diversa e su un’educazione diversa mi sembrerebbe evidente. Sono saltate tutte le agenzie, parrocchie comprese, questo è successo negli ultimi 40 anni”.
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