Crescita, Fitch taglia le stime sull’Italia. La Fed accelera sui tassi

Crescita, Fitch taglia le stime sull’Italia. La Fed accelera sui tassi

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La ripresa

di Giuliana Ferraino22 mar 2022

Crescita, Fitch taglia le stime sull'Italia. Tassi, la Fed accelera
Christine Lagarde

La guerra in Ucraina, oltre che sui prezzi, avrà pesanti conseguenze sulla ripresa, soprattutto nella zona euro, chesecondo Fitch si fermerà a +3% quest’anno dal 4,5% delle stime precedenti. Anche l’Italia paga pegno: l’agenzia di rating ha tagliato «significativamente» le previsioni di crescita per il nostro Paese da +4,3% a +2,7%, per incorporare «gli effetti della guerra e l’impatto che ne deriva sull’inflazione e la supply chain». Secondo Fitch, a livello mondiale il Pil aumenterà del 3,5% invece del 4,2% e negli Usa del 3,5% (-0,2%), non solo a causa dei prezzi più alti dell’energia, ma anche dell’aumento più veloce delle attese dei tassi di interesse negli Stati Uniti, come ha anticipato ieri il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, parlando a una conferenza di Washington.

In questo quadro di grande incertezza l’impostazione del Pnrr, però, non deve cambiare. «Rivedremo ogni linea progettuale che abbia problemi, ma evitiamo di rimettere in discussione tutto in questo momento», ha affermato il ministro dell’Economia Daniele Franco alla conferenza «Italiadomani» a Venezia.

Preferisce parlare di rallentamento, allontanando il rischio di stagflazione, cioè un periodo di stagnazione economica accompagnato da alta inflazione, la presidente della Bce, Christine Lagarde.«Anche nello scenario più cupo, con un boicottaggio del gas e del petrolio e un peggioramento della guerra, che va avanti per molto tempo», anche in quegli scenari la Bce stima «una crescita del 2,3%», ha affermato ieri la banchiera centrale in un convegno a Parigi, ribadendo che «non stiamo vedendo elementi di stagnazione ora».

Nell’ultima riunione di politica monetaria, davanti a un’inflazione volata al 5,9% a febbraio in media nella zona euro, la Bce ha accelerato a sorpresa la fine del programma di acquisti di titoli, che potrebbe concludersi nel terzo trimestre, aprendo di fatto a un rialzo dei tassi entro la fine dell’anno, anche se in modo graduale. Ma di questi tempi nulla è scontato. Dopo aver anticipato nei giorni scorsi la possibilità di fare marcia indietro sulla riduzione degli stimoli all’economia, ieri Lagarde ha riconosciuto che la Bce non si muoverà allo stesso ritmo degli Stati Uniti, dove la Fed la scorsa settimana ha dato il via al primo di 7 aumenti di tassi per quest’anno. «Siamo in universi diversi, in una fase diversa del ciclo, con punti di partenza diversi», ha sostenuto la presidente Bce.

Un decoupling, o disaccoppiamento, tra le due banche centrali è evidente anche nelle parole di Powell. La Federal Reserve è pronta a rialzare i tassi in modo più aggressivo, al ritmo di mezzo punto percentuale per volta, invece di 25 punti base, come è successo la settimana scorsa per arrivare a fine anno a un costo del denaro intorno al 2%. «Faremo i passi necessari per assicurare un ritorno alla stabilità dei prezzi», ha ribadito ieri il presidente Fed. Il problema è che l’inflazione Usa (al 7,5% a febbraio) «si è deteriorata perfino prima dell’invasione russa dell’Ucraina», e ora è «davvero troppo alta», ha detto Powell.

Ma l’aumento dei prezzi in America, più che dal rincaro energetico, dipende soprattutto dalla combinazione tra la forte ripresa della domanda post pandemia e i colli di bottiglia nelle catene di fornitura globale. La guerra in Ucraina avrà ulteriori conseguenze, facendo aumentare i prezzi delle materie prime, dal grano al neon, che viene usato nei microchip.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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, 2022-03-21 23:12:00, La previsione sul Pil scende da +4,3 a +2,7%, nella zona euro da +4,5% a 3%. Lagarde: nessun segnale di stagflazione. Powell: pronti ad alzare i tassi al ritmo di mezzo punto percentuale per frenare l’inflazione , Giuliana FerrainoGiuliana Ferraino

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