Crimine, non è mai un caso e porta la condanna nel nome

Crimine, non è mai un caso e porta la condanna nel nome

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Se vi interessa questa parola e volete saperne di pi, c’ solo l’imbarazzo della scelta. Perch crimine non solo un misfatto con un aspetto terribile e violento, nasconde una quantit di complicit spesso insospettabili.

Cominciamo con la scelta. Crimine ci arriva dal latino crimen, a sua volta derivato dal verbo cernere, distinguere, decidere. Figlio a sua volta del greco krino. Ma non si intende qui una scelta qualsiasi, piuttosto di una decisione giudiziaria. Quindi una sentenza e in particolare una condanna. cos che crimen diventa sinonimo di delitto. Spiega con la consueta chiarezza il dizionario Treccani: Nel diritto romano, delitto pubblico che offende l’ordine sociale e colpisce l’intera civitas; veniva perseguito pubblicamente, dapprima nei comiz popolari, pi tardi davanti alle giurie.

Intorno al giudizio. E se c’ una scelta che merita una riflessione assolutamente accurata senz’altro la sentenza, la condanna che deve applicare la risposta che la legge prevede per punire le violazioni. O l’assoluzione che deve vagliare tutti gli elementi di accusa salvo valutare che non sono sufficienti o coerenti per giustificare una condanna.

Una folla di parenti. Se rimaniamo intorno al verbo latino cernere, possiamo immediatamente riconoscere i figli italiani, a cominciare dalla cernita, che sempre una scelta, e dal verbo discernere. C’ un preciso significato originale che si impone come carattere in tutte le derivazioni, quello di una precisa distinzione, di un setaccio di possibilit che vengono esaminate. In sostanza quello di una scelta ponderata.

Un cugino che nasconde qualcosa. Se rimaniamo sul verbo cernere e lo facciamo precedere dal prefisso se- (che indica partizione, separazione), troviamo un verbo molto interessante che evolve il concetto di scelta arricchendolo da un movimento che sottolinea la divisione, un di qua e un di l. Secernere vuol dire proprio separare. In biologia un verbo essenziale per descrivere l’emissione di particolari sostanze da parte delle ghiandole. Ma se il secreto proprio il risultato di queste emissioni (la saliva, il latte, il sudore), il segreto quello che teniamo da parte e non vogliamo che sia conosciuto. Ma noi ce ne siamo gi occupati e non davvero un segreto.

Il peso della gravit. Quindi, dalla sentenza, il crimine passato (per metonimia, figura retorica meravigliosa su cui dovremo tornare) a indicare il delitto. Ma non uno qualsiasi, i reati non hanno tutti lo stesso peso e un furto non pu essere paragonato a un omicidio. Il crimine un delitto particolarmente efferato, grave o crudele (De Mauro). Tanto che per estensione possiamo definire un crimine qualunque azione che sia particolarmente deprecabile. Perfino scherzandoci sopra: continuare a leggere i libri di quello scrittore un crimine (metteteci voi il nome). E un criminale non certo un farabuttello da quattro soldi.

Nella letteratura di tutti i tempi. Il crimine ha una tale potenza nello sconvolgere l’esistenza umana da essersi conquistato, da sempre, un ruolo privilegiato nella letteratura di tutti i tempi. Sofocle, scrivendo la tragedia Edipo Re racconta un crimine sconvolgente, l’uccisione del padre, permettendosi il lusso di disegnare la prima indagine condotta dallo stesso assassino, inconsapevole dei propri crimini (oltre al parricidio, c’ anche l’incesto con la madre Giocasta).

La nascita dei racconti colorati. Nel XIX secolo possiamo datare la nascita della moderna letteratura dedicata ai crimini. Il padre considerato Edgar Allan Poe che nel 1941 pubblica I delitti della Rou Morgue in cui compare l’investigatore Auguste Dupin. Da quel momento una produzione continua, da Sir Arthur Conan Doyle col suo Sherlock Holmes, all’Hercule Poirot o Miss Marple di Agatha Christie, George Simenon con il commissario Maigret, gli americani Raymond Chandler con Marlowe e Rex Stout creatore di Nero Wolfe. L’elenco sterminato e non pu non comprendere il nostro Andrea Camilleri col suo commissario Salvo Montalbano.

E i colori? Giusto. Nascono nel Novecento. E dipendono solo da precise scelte editoriali. Il giallo si deve al colore delle copertine di una fortunata collana Mondadori che debutt nel 1929 e non ha mai smesso. Il noir, lo scriviamo in inglese, ma dovremmo usare il francese noire perch nasce nel 1946 dal colore delle copertine di una collana di polizieschi tascabili dell’editore Gallimard.

Crimini di guerra. I crimini pi spaventosi avvengono durante le guerre e vengono definiti in base all’insieme delle norme giuridiche che dovrebbero disciplinare qualcosa che ha una sola regola, sconfiggere il nemico causandogli il maggior danno possibile. Sono definiti crimini di guerra gli stupri, l’eccidio di prigionieri, il maltrattamento di malati o feriti, gli abusi sulle popolazioni civili.

Crimini contro l’umanit. una definizione perfino pi vaga e comprende lo stupro di guerra, il genocidio, la cosiddetta pulizia etnica, lo sterminio di massa, la deportazione, la sparizione forzata, la tortura. Compare per la prima volta nel 1915 in una dichiarazione congiunta di Francia, Regno unito e Russia per condannare il genocidio del popolo armeno da parte della Turchia. Il tribunale di Norimberga lo contest ai gerarchi nazisti per le loro responsabilit nella Seconda guerra mondiale. Dal 1998 i crimini contro l’umanit vengono perseguiti dalla Corte penale internazionale. l’unico tribunale sovranazionale permanente. I paesi che vi aderiscono, secondo le regole dettate dallo Statuto di Roma sono 123. Altri 32 paesi hanno firmato ma non ratificato il trattato. Israele, Russia, Stati Uniti e Sudan hanno dichiarato di non avere intenzione di ratificarlo.

7 novembre 2023 (modifica il 7 novembre 2023 | 19:09)

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, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.corriere.it/scuola/23_novembre_07/crimine-non-mai-caso-porta-condanna-nome-44427e30-7d94-11ee-8bbd-2076da079d53.shtml, , https://rss.app/feeds/0kOk1fn8PPcBHYnU.xml, Paolo Fallai,

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