Crisi energetica e riscaldamenti: un’ora al giorno in meno e stagione più breve di 15 giorni. Firmato il Decreto che definisce i nuovi limiti di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale. “Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio”, annuncia il Mite. Eccezione per ospedali, scuole dell’Infanzia e nidi, piscine, saune e alcune attività industriali e artigianali a cui i Comuni “abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura, oltre che agli edifici dotati di impianti alimentati in prevalenza a energie rinnovabili”,
Crisi energetica: le zone climatiche
Nello specifico, vediamo di seguito quando sarà possibile accendere i riscaldamenti in base alla zona climatica del proprio Comune e per quante ore al giorno:
- nella zona A i riscaldamenti potranno essere accesi per 5 ore al giorno dall’8 dicembre 2022 al 7 marzo 2023;
- nella zona B per 7 ore al giorno dall’8 dicembre 2022 al 23 marzo 2023;
- nella zona C per 9 ore al giorno dal 22 novembre 2022 al 23 marzo 2023;
- nella zona D per 11 ore giornaliere dall’8 novembre 2022 al 7 aprile 2023;
- nella zona E per 13 ore al giorno dal 22 ottobre 2022 al 7 aprile 2023;
- nella zona F non sono previste limitazioni.
Crisi energetica, Enea: ‘Presto il vademecum”
L’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), che ha fornito al ministero le valutazioni per il risparmio energetico, pubblicherà un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare correttamente la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini. In presenza di “situazioni climatiche particolarmente severe“, avverte il Mite, i Comuni possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati dal decreto, purché per una durata giornaliera ridotta.
Crisi energetica: risparmi di 2,7 miliardi di metri cubi di gas
Queste misure, secondo la stima dell’Enea, farebbero risparmiare 2,7 miliardi di metri cubi di gas. Il caro-bollette, che sta colpendo famiglie e imprese, mobilita i Comuni, con i sindaci pronti a chiedere al prossimo Governo fino a un miliardo di euro per non mandare in default i bilanci amministrativi.
E proprio i Comuni, secondo quanto riportato da Ansa.it, sarebbero pronti a chiedere al nuovo governo 200 milioni da inserire nel dl Aiuti quater, e poi 800 milioni in legge di bilancio che potranno valere anche per il 2023 per le situazioni più critiche dei bilanci comunali, ha spiegato il delegato alla finanza locale dell’Anci, Alessandro Canelli annunciando “un pacchetto di misure anche tecnico-contabili per fermare il calo delle entrate dei comuni previsto per il 2023 e per far fronte al perdurare dell’incremento dei costi energetici“.
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, , Pubblicato da Redazione Tuttoscuola
Crisi energetica e riscaldamenti: un’ora al giorno in meno e stagione più breve di 15 giorni. Firmato il Decreto che definisce i nuovi limiti di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione […]
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