Crisi energetica, Mattarella e il price cap sul gas: «Urgentissimo procedere»

Crisi energetica, Mattarella e il price cap sul gas: «Urgentissimo procedere»

Spread the love

di Francesco Battistini, inviato a SkopjeIl presidente della Repubblica in Macedonia: affrancamento dal gas russo per evitre che diventi strumento di pressione politica SKOPJE – Sull’emergenza energetica, l’Europa è ritardataria. E imprevidente. Ed è stata sciaguratamente sorda all’idea di Mario Draghi d’imporre un tetto ai prezzi. “Di fronte a questo sconsiderato aumento delle tariffe energetiche, l’Italia ha già proposto quattro mesi fa il price cap, che altri Paesi hanno iniziato solo ora a seguire”. Se il tetto per non restare al freddo fosse stato costruito per tempo, avremmo davanti mesi più sereni e “alle famiglie avremmo fatto risparmiare i rincari”. Il Mattarella-bis dai Balcani, dopo la stoccata da Tirana a chi vorrebbe abolire le sanzioni alla Russia, stavolta è una bacchettata a Bruxelles. E alle misure last minute che arriveranno anche oggi dalla riunione dei ministri europei (“attendiamo di sapere che provvedimenti saranno adottati”), per contrastare questa “crisi che sta mettendo in gravi difficoltà le famiglie e le imprese per quanto riguarda la vita quotidiana”. Mattarella atterra in Macedonia, primo presidente italiano dopo ventitré anni, e davanti a Stavo Pendarovski – il capo d’un Paese che da anni sta disperatamente bussando all’Europa – vede “urgentissimo” il price cap, per superare “le ultime resistenze e mettere al riparo” gli italiani e gli europei “dalle speculazioni”. Un aumento delle bollette “impensabile”, nella necessità di “un’opera, che l’Italia sta già compiendo, d’affrancamento dal gas proveniente dalla Russia”, perché bisogna evitare che questa fonte energetica sia solo “uno strumento di contrattazione economica”, non “di pressione politica e di speculazioni”. La Russia di Putin e la guerra sono anche oggi la materia più calda dei colloqui. Mattarella viene invitato a parlare al Parlamento di Skopje, pentagono in stile sovietico che due mesi fa ha celebrato i primi passi della Macedonia del Nord verso l’Ue: “La nostra integrazione in Europa non è stata una vostra priorità – dice oggi Pendarovski, polemico con gli europei -, spero che le recenti aperture all’Ucraina e alla Moldova non siano dovute solo alla guerra: non occupatevi dei Balcani solo quando scoppiano le crisi”. Il capo dello Stato italiano accenna alle difficoltà coi vicini che Skopje ha in parte superato – dalla Grecia che ha vinto sul nome, imponendo “del Nord” alla denominazione di Macedonia, per arrivare alla Bulgaria che ancora s’oppone all’ingresso nell’Ue -, ma li rassicura sul processo d’integrazione, ricordando come gl’italiani siano vicini ai macedoni fin dal terremoto disastroso del ’63: il museo nazionale è pieno d’opere che i nostri artisti donarono, da Guttuso a Fontana, da Burri a Rotella. E’ della “sciagurata guerra”, però, che gli preme parlare. Dicendo innanzi tutto che il continente finora s’è dimostrato all’altezza, nonostante i ritardi sulla crisi energetica: “La risposta dell’Europa alle sfide poste prima dalla pandemia e poi dall’aggressione della Russia all’Ucraina, consente di guardare con serena fiducia al futuro dell’Unione, capace di rispondere alle sfide”. E poi citando direttamente Vladimir Putin: “Il presidente della federazione russa ha riportato l’incubo della guerra nel nostro continente” e “la resistenza nei confronti del disegno imperialista richiederà un impegno di lunga durata”. Resistere all’invasione costa caro, questo sì. E le bollette del gas ce lo stanno già a dimostrare: “Ma sono costi immensamente minori di quelli che dovremmo subire, se non venisse subito fermata questa logica d’aggressione”. Una guerra che non finirà tanto presto: “Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli”. C’è lo spazio per ricordare l’accordo europeo coi Paesi balcanici per unire le forze e raccogliere tutt’insieme il gas e il petrolio che serviranno. E anche per un breve silenzio in onore della regina Elisabetta. Vent’anni fa, fu la missione Nato guidata dai britannici a scongiurare la guerra civile in Macedonia, ennesimo conflitto nei Balcani. Quell’operazione di pace si chiamava “Essential Harvest”, raccolto essenziale: quel che serve ora, per trovare il gas e affrontare il freddo dell’inverno. Francesco Battistini 9 settembre 2022 (modifica il 9 settembre 2022 | 13:10) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-09 11:14:00, Il presidente della Repubblica in Macedonia: affrancamento dal gas russo per evitre che diventi strumento di pressione politica, Francesco Battistini, inviato a Skopje

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.