Crisi a Londra, interviene il Fmi Banca d’Inghilterra a caccia di bond

Crisi a Londra, interviene il Fmi Banca d’Inghilterra a caccia di bond

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di Luigi Ippolito

L’istituto: faremo «tutto quello che è necessario» per la sterlina. Liz Truss già in bilico?

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

LONDRA Interviene il Fondo Monetario Internazionale: neanche ci trovassimo di fronte alle finanze dissestate di un Paese emergente. Con una critica pubblica rarissima rispetto a una nazione del G7, l’istituto basato a Washington ha attaccato la manovra fiscale del governo di Liz Truss: perché le sue conseguenze non sono solo una tempesta valutaria che vede la sterlina in caduta libera, ma una crisi di fiducia nella tenuta dell’economia britannica da parte dei mercati internazionali.

Il Fondo Monetario ha fatto sapere di «monitorare da vicino i recenti sviluppi economici nel Regno Unito» e di «non raccomandare pacchetti fiscali ampi e non mirati in questa congiuntura». Perché a scatenare il panico è stata la mini-finanziaria varata venerdì scorso da Kwasi Kwarteng, il Cancelliere dello Scacchiere (ossia il ministro del Tesoro): un drastico taglio delle tasse, soprattutto per i più ricchi, con l’obiettivo di stimolare la crescita di un’economia ormai in recessione. Buone intenzioni, in teoria: il problema, però, è che la manovra (45 miliardi di tagli fiscali, cui si aggiungono i sussidi contro il caro-energia) verrebbe finanziata interamente a debito, portando il deficit pubblico a un colossale 9%. Il tutto nel contesto di un’inflazione galoppante, già al 10%.

Le conseguenze si sono viste rapidamente: non solo sulla sterlina, precipitata ai minimi sul dollaro, ma sul debito pubblico, i cui interessi sui titoli a 10 anni sono schizzati oltre il 4%, il più forte rialzo in un mese dal 1979. Lo spread sui Bund tedeschi è passato da 130 a 210 punti e gli interessi sui titoli a 5 anni hanno superato quelli di Grecia e Italia. Un’ironia che non è sfuggita al Financial Times, che ha fatto notare come nel momento in cui l’estrema destra prende il potere a Roma, i mercati affondano… la Gran Bretagna.

Di fronte a questo scenario la Banca d’Inghilterra è stata costretta a un intervento di emergenza: l’istituto centrale ha dato il via a un programma di acquisti di titoli di Stato per 65 miliardi di sterline (in pratica, quello che fa la Bce per tenere a galla il debito italiano). Gli acquisti verranno condotti «su qualsiasi scala sarà necessario», ha detto la Banca, riecheggiando il celebre «whatever it takes» con cui Draghi scese in campo per salvare l’euro.

Il governo di Liz Truss non sembra però intenzionato a deflettere: ma a questo punto sembrano esserci poche vie di uscita, se non il ricorso a drastici tagli alla spesa pubblica che avrebbero un costo politico e sociale non indifferente. Il governo Truss appare accecato dall’ideologia neo-thatcheriana dello Stato minimo e della bassa tassazione, in nome della quale ha però gettato alle ortiche la prudenza di bilancio, pur cara alla Lady di Ferro. Come ha commentato il capo economista della banca Ubs, il partito conservatore assomiglia ormai «a una setta apocalittica». E il Cancelliere Kwasi Kwarteng si è guadagnato il soprannome di KamiKwaze.

Le ricadute politiche non sono indifferenti. I laburisti hanno preso un vantaggio di 17 punti nei sondaggi, un distacco che non si vedeva dai tempi di Tony Blair: ormai sono loro che si presentano come il partito della competenza economica rispetto ai dissennati conservatori.

E intanto all’interno dei Tories la posizione della premier Truss comincia ad apparire traballante. Lei già era arrivata al potere tre settimane fa con un sostegno non molto ampio all’interno del gruppo parlamentare: ma adesso, di fronte all’implosione dell’economia, i deputati conservatori hanno preso a rumoreggiare apertamente e c’è chi la accusa di «inetta follia». A essere però immediatamente nel mirino è Kwarteng, il vero architetto della manovra fiscale: «Ormai è morto», dicono i suoi stessi compagni di partito, i quali avvertono che se la Truss non lo fa fuori subito rischia lei stessa di essere deposta entro un mese.

Ci sono infatti voci di lettere di sfiducia già partite all’indirizzo della premier: i conservatori temono che Liz li abbia portati a sbattere. Lei sapeva di avere poche settimane a disposizione per imprimere una svolta, di fonte a una crisi economica che morde nelle tasche dei cittadini: ma la strategia scelta assomiglia tanto a una missione suicida. Dall’ottovolante di Boris alla giostra della morte di Liz.

28 settembre 2022 (modifica il 28 settembre 2022 | 23:25)

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, 2022-09-28 21:25:00, L’istituto: faremo «tutto quello che è necessario» per la sterlina. Liz Truss già in bilico?, Luigi Ippolito

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