di Giovanni BianconiTre i nomi in lizza: Daniela Bianchini e Fabio Pinelli, sostenuti da Fratelli d’Italia e Lega, e Roberto Romboli, scelto dal Pd I nomi in lizza erano tre, due targati centrodestra e uno centrosinistra, ma nelle ultime ore sembrano essersi ridotti a due. Tutti giuristi eletti dal Parlamento su indicazione dei partiti (di qui il marchio, che non significa appartenenza) tra i quali il nuovo Consiglio superiore della magistratura elegger oggi il vicepresidente. Cio colui che a stretto contatto con il capo dello Stato, presidente di diritto, guider l’organo di autogoverno dei giudici per i prossimi quattro anni. Del terzetto pi accreditato fanno parte la giovane avvocata e professoressa alla Lumsa Daniela Bianchini, prescelta da Fratelli d’Italia; il cinquantasettenne penalista del Foro di Padova Fabio Pinelli, indicato dal leader leghista bil costituzionalista classe 1950 Roberto Romboli, selezionato dal Partito democratico. Ma l’ipotesi della prima donna a ricoprire quella carica, novit che sembrava ben vista anche da una parte dei togati, si affievolita col passare dei giorni. Lasciando due uomini a contendersi una poltrona che, visto il clima sempre caldo dei rapporti tra giustizia e politica, ha un valore strategico per le toghe e molto rilevante per il governo e la maggioranza che lo sostiene. Che stavolta ha potuto eleggere 7 dei 10 laici che compongono il Csm (4 FdI, 2 la Lega e 1 Forza Italia) lasciandone 3 all’opposizione (1 al Pd, 1 ai Cinque Stelle e 1 al Terzo polo, che per in materia di giustizia pi vicino alla destra che alla sinistra). A decidere chi sar il vicepresidente saranno tuttavia i venti togati, polarizzati anch’essi tra destra e sinistra: da un lato i 7 di Magistratura indipendente, dall’altro 8 progressisti (6 di Area, un indipendente e uno di Magistratura democratica), in mezzo i 4 centristi di Unit per la costituzione, pi l’unico eletto in quota anti-correnti. I numeri per partire vincitore non li ha nessuno, e decisiva sar la scelta di Unicost, i cui consiglieri hanno sempre detto di voler decidere senza preclusioni, sulla base di autorevolezza ed esperienza, deducibili dai curricula ma anche dagli incontri diretti accavallatisi fino a ieri sera. L’accelerazione dell’insediamento imposta dalle cerimonie d’apertura dell’anno giudiziario (fissate per domani e sabato) ha stretto i tempi a disposizione. Gli unici ad avere gi dichiarato apertamente la loro preferenza sono i consiglieri di Area in favore di Romboli, che oltre ad essere uno stimato docente emerito ha fatto parte di un Consiglio giudiziario (articolazione locale del Csm) e dunque gi pratico di autogoverno. Qualcuno ha sollevato il problema dei titoli perch da pensionato non pi ordinario in attivit, ma ci sono precedenti che ne dovrebbero salvaguardare l’elezione. Per lui potrebbero votare gli 8 togati della sinistra giudiziaria, forse i 2 membri togati di diritto (il primo presidente, prossimo alla pensione, e il procuratore generale della Cassazione); con i 4 voti di Unicost e degli altri 2 laici di opposizione (oltre al suo) si arriverebbe a 17, cio la maggioranza assoluta richiesta nei primi due scrutini. Ma sul laico di stretta osservanza renziana ci sono dubbi, pi probabile che si fermi a 16. Sul fronte opposto la professoressa Bianchini, in buoni rapporti con l’ex magistrato sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sembrava in pole position per attrarre, oltre ai 7 voti di derivazione filogovernativa, gli altri 7 di Mi e il laico inviato del Terzo polo (il suo leader Renzi ha scelto gli ultimi due vicepresidenti: Giovanni Legnini, dirottato direttamente da palazzo Chigi dov’era sottosegretario, e David Ermini prima di rinnegarlo). Ma la linea di Fratelli d’Italia puntare su un candidato che mantenga l’unit delle forze di maggioranza e abbia possibilit di successo per cui, valutata la difficolt a ottenere la maggioranza (dal terzo scrutinio basta quella relativa, e in caso di parit prevale il pi anziano, cio Romboli) all’interno del centrodestra ha preso corpo l’ipotesi alternativa di Pinelli, sostenuto da Salvini. Che sullo scacchiere della maggioranza mira a sottrarre una casella alla premier Meloni. Grazie a un nome in grado di innescare una potenziale trasversalit. L’avvocato che fa parte della Fondazione di Leonardo guidata da Luciano Violante e della sua associazione ItaliaDecide, qualche giorno fa ha pubblicato un articolo sulla rivista di Md dall’approccio dialogante e dubbioso sulle riforme annunciate dal governo e osteggiate dai magistrati: intercettazioni, separazione delle carriere e obbligatoriet dell’azione penale. Se il renziano e l’anti-correnti convergessero su di lui arriverebbe a 16 voti, esattamente come Romboli (con l’appoggio compatto di Unicost). Mezzo Csm contro l’altro. E nessuno se la sente di escludere sorprese. 25 gennaio 2023 (modifica il 25 gennaio 2023 | 07:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA