Quanto costa curarsi dal dentista? Per molte famiglie troppo

Quanto costa curarsi dal dentista? Per molte famiglie troppo

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di Ruggiero Corcella

Il 33 per cento degli italiani è preoccupato che il preventivo dell’odontoiatra sia molto costoso e il 21 per cento teme di non poter affrontare la spesa

Se il dolore durante i trattamenti è la paura più forte che i pazienti dichiarano di dover affrontare, il timore di subire un salasso economico occupa il secondo posto. Il 33% del campione oggetto dell’indagine Idi Evolution/ Nielsen infatti è preoccupato che il preventivo sia molto costoso. E il 21% che non potrà affrontare la spesa. Secondo il Rapporto Rbm-Censis (2019) oltre il 90% dell’assistenza odontoiatrica in Italia è di fatto fornita dal privato. Le spese relative sarebbero superiori ai 9.5 miliardi di euro e in assoluto (26%) quelle a maggiore impatto sulle famiglie italiane per quanto riguarda la spesa sanitaria. Molte sono costrette a rinunciare alle cure (1 su 4), perché non se lo possono permettere. La crisi economica innescata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina sembra avere accentuato il fenomeno, anche se si intravedono alcun segnali di recupero come testimonia la stessa indagine Idi Evolution/Nielsen: il 49% degli intervistati si sottopone a visite di prevenzione/controllo ogni 6 mesi e il 30% ogni anno.

Le strategie per trovare una soluzione al problema dei costi

Ma il problema resta e le strategie per cercare di risolverlo sono diverse. La prevenzione, innanzitutto. Perché, come sottolineano gli esperti, le malattie di cui l’odontoiatra maggiormente si occupa, carie, gengivite e malattie parodontali e le loro rispettive complicanze, sono patologie le cui cause sono ben note e facilmente prevenibili utilizzando appropriati interventi. E poi c’è la questione del modello di assistenza. Il Servizio sanitario nazionale dà risposte insufficienti e così chi può si rivolge agli studi privati che di fatto rappresentano la vera medicina di prossimità.

Le risposte del Ssn

«Il servizio pubblico è ancora molto limitato come numeri e soprattutto nella tipologia di prestazioni, legate prevalentemente a situazioni di urgenza . Non si fanno piani di trattamento completi con presa in carico del singolo soggetto per tutte le sue necessità, come invece succede nel privato. Accedere alle cure quindi è molto difficile», sottolinea Claudia Dellavia, presidente del corso di laurea in Igiene dentale dell’Università degli Studi di Milano. Pochissime le forze messe in campo: secondo una stima del Collegio italiano primari ospedalieri Odontoiatria, Odontostomatologia, Chirurgia maxillo facciale – Anpo, nel 2021 ammontavano a 2mila gli odontoiatri della specialistica ambulatoriale nelle Aziende sanitarie locali, più i 200 dei reparti/ambulatori ospedalieri. L’odontoiatria pubblica italiana, inoltre, prevede l’erogazione di un numero minimo di prestazioni la cui tipologia è compresa nei Livelli essenziali di assistenza (Lea).

Le carenze del Pnrr e le case di comunità

Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, di fondi destinati all’odontoiatria non c’è traccia. Le Commissioni albo odontoiatri (Cao) avevano invece chiesto di prevedere la presenza dei propri specialisti in tutte le case di comunità e nell’ambito dell’assistenza domiciliare. Un’istanza fortemente sostenuta in Lombardia a livello universitario dove si sta cercando di portare avanti un progetto: «Ci piacerebbe molto che soprattutto l’odontoiatria pediatrica fosse strutturata in maniera tale da raggiungere la popolazione a tappeto, magari partendo da un’età molto precoce già intorno ai tre anni», racconta Daniela Carmagnola, ricercatrice in Odontoiatria di comunità all’Università Statale di Milano.

«In questo modo potremmo sia catturare l’attenzione della famiglia, rispetto a una serie di regole legate alle abitudini alimentari e di igiene orale, sia cominciare a ingaggiare il bambino che così cresce con l’abitudine di andare dal dentista e avviarlo appunto alla visita dei 5- 6 anni che è quella in cui si programmano le sigillature». Regione Lombardia ha deliberato di introdurre nelle case di comunità quella che viene definita «odontoiatria pediatrica e sociale», ma ancora non è chiaro come sarà connotata.

Il progetto di Andi

In Italia, dunque a fare la parte del leone, è ancora il privato: oggi gli studi sono 60 mila e ci lavorano 44.611 dentisti. «Questo modello ha una serie di costi la cui somma finale viene purtroppo poi ribaltata sul paziente, con in più quello che deve essere destinato al professionista», dice Carlo Ghirlanda, presidente dell’Associazione nazionale dentisti italiana. Per rispondere al problema della sostenibilità delle cure, Andi sta cercando di realizzare insieme ad alcuni gruppi bancari un progetto di polizza sanitaria odontoiatrica con una sorta di meccanismo bonus/malus che premierà i pazienti più attenti alla cura della loro bocca.

29 ottobre 2022 (modifica il 29 ottobre 2022 | 15:08)

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, 2022-10-29 13:08:00, Il 33 per cento degli italiani è preoccupato che il preventivo dell’odontoiatra sia molto costoso e il 21 per cento teme di non poter affrontare la spesa, Ruggiero Corcella

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