Da Lizzo a Spielberg, le star si mobilitano per l’aborto: pioggia  di dollari per sostenere il referendum

Da Lizzo a Spielberg, le star si mobilitano per l’aborto: pioggia di dollari per sostenere il referendum

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di Viviana Mazza

Dopo la vittoria in Kansas dei «pro-choice» altri Stati chiamano gli elettori a scegliere sull’aborto

Il regista Steven Spielberg e la moglie, l’attrice Kate Capshaw, hanno donato 25mila dollari ciascuno al fronte per il diritto all’aborto, che ha stravinto (59% contro 41%) nel referendum in Kansas il 2 agosto. È stato il primo referendum statale sull’aborto da quando la Corte Suprema ha rovesciato la sentenza Roe v. Wade, che lo tutelava a livello federale. Ora che la responsabilità è passata agli Stati, molti altri prevedono di chiamare direttamente gli elettori a scegliere di proteggerlo o vietarlo nella loro Costituzione.

Chiamati ad approvare un emendamento che dichiarasse che la Costituzione del Kansas non protegge il diritto all’aborto (il che avrebbe consentito al parlamento statale di introdurre ulteriori restrizioni), gli elettori si sono rifiutati. Gli anti-abortisti hanno sostenuto che la loro causa è stata sconfitta dai soldi arrivati dalle élite liberal extra-statali. Ciascuno dei due fronti ha speso circa 11 milioni di dollari. L’aiuto di Spielberg non è l’unico da Hollywood.

Planned Parenthood, associazione che assiste le donne che vogliono abortire e che ha investito anche in questo referendum, ha ricevuto negli ultimi mesi un milione di dollari dalla cantante Lizzo , 250 mila da Ariana Grande e ogni mese Mila Kunis versa denaro a nome dell’ex vice di Trump, Mike Pence (solo per fare qualche esempio). Hanno contribuito anche l’ex sindaco di New York ed ex candidato alla presidenza Michael Bloomberg (1,25 milioni), l’associazione Sixty Thirty Fund che finanzia cause progressiste (1,5 milioni) e una trentina di gruppi e individui. Sul fronte opposto, la Chiesa cattolica ha versato 4,3 milioni di dollari.

I fondi sono cruciali in una battaglia Stato per Stato che si preannuncia lunga. Ma la vera sorpresa in Kansas è stata la scelta moderata sull’aborto in uno Stato che Donald Trump conquistò con 15 punti di vantaggio. Invece i sondaggi pre-referendum suggerivano che l’elettorato fosse spaccato, facendo presagire un testa a testa, osserva Nathan Cohn, l’esperto in analisi statistiche del New York Times. Quattro Stati del Sud — Louisiana nel 2020, Alabama e West Virginia nel 2018, Tennessee nel 2014 — avevano approvato emendamenti costituzionali, scegliendo in modo opposto al Kansas. Dunque, suggerisce il giornalista, la fine di Roe v. Wade ha energizzato l’elettorato democratico su un tema che normalmente motiva i repubblicani. Cohn calcola che se un referendum come quello del Kansas venisse proposto nel resto della nazione, oggi con l’eccezione di 7 Stati tutti gli altri voterebbero per tutelare il diritto all’aborto. Ma diversi esperti politici e costituzionali restano più cauti, nota il Pew Research Center. Quel che ha funzionato in Kansas potrebbe non valere in Stati dove ci sono già maggiori restrizioni all’aborto. Sarà importante vedere cosa succede in Kentucky, dove Trump ha vinto con 26 punti di vantaggio, e dove a novembre, alle elezioni di midterm, i cittadini saranno chiamati anche a votare sulla proposta di un emendamento costituzionale simile a quello del Kansas.

Sempre a novembre, California e Vermont approveranno invece quasi certamente di inserire nelle costituzioni statali il diritto all’aborto. In Michigan, la governatrice Gretchen Whitmer è riuscita a impedire l’entrata in vigore di una legge del 1931 che lo criminalizza senza eccezioni per stupro o incesto e che sarebbe stata attivata con l’abolizione di Roe; ma la decisione del giudice può essere rovesciata. Perciò una petizione forte di 750mila firme (il doppio del necessario) mira alla tutela nella Costituzione dello Stato. Non è certo che passi, ma i conservatori sembrano temerlo e cercano di bloccarla per un errore tipografico.

Un sondaggio mostra come per il 62% degli americani l’aborto debba essere legale nella maggior parte dei casi. Il Kansas mostra che la questione non segue nettamente l’affiliazione ai partiti. Bisognerà guardare caso per caso.

21 agosto 2022 (modifica il 21 agosto 2022 | 23:30)

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, 2022-08-22 05:34:00, Dopo la vittoria in Kansas dei «pro-choice» altri Stati chiamano gli elettori a scegliere sull’aborto, Viviana Mazza

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