È ormai diventata virale la notizia che ha tanto indignato in questi giorni l’opinione pubblica: una recita di Natale ha visto sostituire la parola “Gesù” con “cucù”. A commentare il fatto nella sua rassegna stampa del mattino è stato Fiorello a Viva Rai Due: “Il politicamente corretto sta diventando surreale. 2024 anni fa Gesù è stato qua. Me lo immagino lassù, alla destra del Padre, mentre ci guarda e dice: ‘Papà che stanno dicendo? Posso tornare?’. Gesù, torna ti prego, noi ti aspettiamo a braccia aperte! Ma non andare da Fazio, vieni prima da noi! Mi raccomando Salvatore”.
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha commentato così su Facebook: “Non so se ridere o piangere, vergognatevi e chiedete scusa ai bambini!”
Come riporta Il Gazzettino, la dirigente scolastica della scuola incriminata si è difesa: “Per errore è stato consegnato ai piccoli non il testo definitivo del motivetto, ma quello che aveva avuto delle correzioni. In sostanza per sbaglio abbiamo dato agli alunni quella che era soltanto una bozza”, questo sarebbe stato dunque il problema, il fatto che bambini e quindi genitori hanno notato il testo corretto.
Il ministro Valditara commenta: “La questione sollevata dalla scuola di Padova dove in un canto natalizio si sarebbe sostituito il nome di Gesù con un termine che può apparire derisorio non pone un problema di laicità delle istituzioni, ma di rispetto verso la religione, rispetto che è un valore costituzionale. Atteggiamenti irrispettosi verso qualunque religione sono inaccettabili. Bene le scuse dei docenti della scuola che hanno riconosciuto l’errore commesso”.
Nel frattempo anche i docenti hanno preso parola. Come riporta TGCOM 24, ecco la nota di scuse degli insegnanti con le loro argomentazioni:
Non era assolutamente nostra intenzione mancare di rispetto ai bambini e alla comunità intera. Tutto ciò che viene fatto nella scuola è sempre stato fatto a favore della crescita, per una formazione umana, culturale e civile dei bambini. Sottolineiamo il nostro grande dispiacere per questa vicenda. C’è la nostra piena consapevolezza che l’inclusione si fa non togliendo dei riferimenti religiosi e culturali fondamentali, che peraltro connotano la nostra storia e la nostra cultura. Da sempre si opera con l’intenzione e l’impegno di educare nel rispetto e nella sensibilità di tutti.
Nonostante la modifica purtroppo effettuata su una canzoncina, non abbiamo mai pensato di intaccare il significato della Natività che abbiamo comunque valorizzato con altri testi e con la realizzazione dei presepi. L’intento era di trasmettere il messaggio del dono, dell’incontro, del rispetto, dell’uguaglianza, dell’accoglienza, accompagnando tutti a conoscere il vero valore del Natale, senza rinunciare al simbolo del Natale, la Natività.
Siamo consapevoli del pesante errore che ha urtato comprensibilmente la sensibilità delle famiglie. La dirigente scolastica si dissocia completamente dalle scelte effettuate, delle quali peraltro non era stata messa in alcun modo a conoscenza. Ribadisce quanto già dichiarato in relazione al compito della scuola che nel rispetto della storia, dei valori e della cultura del nostro Paese educa all’accoglienza, all’inclusione, al rispetto dei diritti di ciascuna persona.
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