Uno studente ha perso la vita giovedì 21 dicembre al termine dell’ora di educazione fisica svolta in una scuola media di San Costantino Calabro, vicino Vibo Valentia: “il giovane si è improvvisamente accasciato al suolo ed è deceduto tra le braccia dei compagni”, ha scritto l’agenzia Ansa.
A dare l’allarme sono stati gli stessi compagni di classe che hanno avvisato l’insegnante: sono scattati i soccorsi con l’intervento dei sanitari del 118, ma tutti i tentativi di rianimazione si sono rivelati inutili.
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per la ricostruzione dell’accaduto e l’avvio delle indagini: della vicenda è stata informata la Procura di Vibo Valentia che ha avviato le indagini e aperto un’inchiesta per far luce sulle cause della morte del ragazzo.
Il sindaco di San Costantino Calabro, Nicola Derito, ha stabilito che in segno di lutto per la giornata di venerdì 22 dicembre tutte le scuole di ogni ordine e grado del territorio comunale rimarranno chiuse.
Inoltre, saranno sospese pure le attività in programma nel periodo natalizio in segno di rispetto per la famiglia del ragazzo.
In attesa di comprendere le cause che hanno portato alla perdita del giovane, vale la pena ricordare che nel 2021 l’Italia si è dotata di una legge, tra le più avanzate in Europa, cge disciplina i principali aspetti della rianimazione: dall’obbligo della presenza di defibrillatori in ambienti pubblici e di formazione. I numeri sono indicativi, purtroppo: ogni anno in Europa si registrano circa 400 mila arresti cardiaci, 60 mila casi in 365 giorni solo in Italia, in media oltre 160 al giorno.
Solo nel 58% dei casi improvvisi, chi assiste la persona colpita da arresto cardiaco interviene con le manovre salvavita, come il massaggio cardiaco e le ventilazioni, e in una percentuale ancora più esigua – solo nel 28% dei casi – con il defibrillatore. Quello che in tanti vorrebbero in tutte le scuole.