Sono anni che urto la sensibilità delle religioni e non me ne sono accorto. E, a dire il vero, non se ne sono accorti gli alunni, i colleghi, le famiglie e neppure la mia dirigente scolastica che non mi ha mai convocato per dirmi di andarci cauto con queste intollerabili provocazioni.
Fino a qualche anno ad oggi facevo il presepe con il fil di ferro e con i giornali impastati di Vinavil e tutti, compresi i genitori dei bambini di religione mussulmana, facevano a gara per comprare il materiale occorrente.
Oggi, in prima media, faccio la rielaborazione di alcune opere paleocristiane e, in seconda media, della Maestà di Cimabue e di Giotto e, in terza, di alcune opere tratte dalla Cappella Sistina.
E, misteriosamente, nessuno si è lamentato o è venuto sotto casa con forconi, cartelloni e microfoni per intervistarmi. E allora mi chiedo: vuoi vedere che anche questa cosa del presepe e del crocifisso che si ripete ogni anno fa parte delle cosiddette distrazioni di massa? Ma non sarebbe più opportuno approfondire il taglio e l’accorpamento delle autonomie scolastiche – sul quale è calato un silenzio intollerabile – che porterà a far crescere le classi pollaio e, dunque, la dispersione scolastica?
Augusto Secchi
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Presepe sì, presepe no. Io lho sempre fatto, anche questanno