Dall’Ucraina a Le Moline: «Il mio bar sull’Appennino per andare oltre la guerra»

Dall’Ucraina a Le Moline: «Il mio bar sull’Appennino per andare oltre la guerra»

Spread the love

di Tiziana Pisati

Lina Stoyanets ha aperto un locale nel Piacentino che ha rianimato anche il borgo. Nel Paese natale vivono la madre e il figlio. «La guerra è un pensiero fisso, ma qui sono tutti solidali con noi»

Sei mesi di guerra nella sua terra, l’Ucraina, dove vivono ancora l’anziana madre e il figlio che non sente più da marzo («probabilmente è andato a combattere») e l’angoscia che non l’abbandona mai, non hanno scalfito la carica vitale di Lina Stoyanets, talmente forte da spingerla in un’impresa che non è da tutti: ha investito i risparmi di una vita per aprire un bar in un paesino dell’Appennino tra Parma e Piacenza, 541 metri, Le Moline, che – destino comune in queste zone – negli anni si è dissanguato di abitanti (una ventina quelli rimasti a viverci tutto l’anno), tanto che qualcuno le ha dato della matta a buttarsi in quest’avventura. Ma i fatti le hanno dato ragione: il suo locale, frequentatissimo, è riuscito a portare una sferzata di vita, diventando punto di ritrovo per la gente del posto e delle frazioni vicine oltre che per i turisti attratti dalla natura incontaminata (di notte senti ululare i lupi) e dall’umanità che sa ancora d’altri tempi (si conoscono tutti per nome).

Regalo di compleanno

Ed è anche grazie a questa intraprendente donna che viene da Kiev se Le Moline si è rianimato dopo anni. Aveva chiuso il negozio di alimentari e nel 2006 l’ultima delle cinque osterie. Finché il 2 luglio di quest’anno, ecco il bar di Lina. Data scelta non a caso: «Era il mio 56esimo compleanno». Carattere dolce, modi cordiali e accoglienti, è giunta in Italia come turista ventitré anni fa e se ne è innamorata. «Mi hanno assunto in un bar in Val Trebbia, nel Piacentino, e sono rimasta, lasciando il supermercato a Konotop, a due ore da Kiev, dove lavoravo». Lo sguardo torna a perdersi: «Là adesso bombardano di continuo, non ancora nel centro città dove vivono i miei, ma potrebbe accadere da un momento all’altro. Sento mia cognata al telefono tutti i giorni, mi dice che la sirena suona ogni ora, sono costantemente costretti a scendere nei rifugi».

Dopo il bar in Val Trebbia, ha aperto un centro estetico a Farini d’Olmo, in Val Nure. «Anche allora c’era chi provò a dissuadermi, eppure ha funzionato». Due anni fa la decisione di trasferirsi a Le Moline col compagno Luca Lusardi, originario del posto. Insieme hanno restaurato il vecchio albergo chiuso da più di vent’anni. «Ho trovato persone dedite al lavoro ma con un gran bisogno di stare insieme e ridare al paese la vivacità di quando c’erano locande, un ballabile e si teneva un concorso di bellezza per la Miss Forestiera. Fino agli Anni 60 c’era anche una Fiera del bestiame». È stata la gente a spingerla ad aprire il locale e a sostenerla, la stessa gente che da quando è scoppiata la guerra in Ucraina le dimostra ancora più affetto. «Vengono, mi mandano messaggi, chiedono se possono fare qualcosa per la mia famiglia. Andare di persona mi è impossibile, l’ultima volta è stata tre anni fa, poi il Covid mi ha impedito di tornare. Mando aiuti per i farmaci, per i viveri». Un ragazzo interrompe, scusandosi. «Lina, mi dai una birra?». È uno dei resistenti. «Ecco, lui per esempio ha scelto di restare per portare avanti l’azienda agricola del padre. Ma ne potrebbero venire altri». La spinta maggiore potrebbe venire dal turismo: «Sopra il bar ci sono i locali per aprire un B&B, qualcuno ci sta pensando, perché c’è molta richiesta. A luglio e agosto abbiamo lavorato da mattino a sera. Escursionisti, ciclisti, motociclisti, fungaioli, cacciatori. Entrano per un caffè, una bibita, per un panino con salumi, formaggi, vini nostrani».

Alle 5,30 i primi clienti: «Per gli operai, poi passano i pendolari diretti in città». Il risultato che le dà più soddisfazione è aver riacceso una fiammella in un luogo che stava spegnendosi. «Hanno ripreso a parlarsi persone che per anni non avevano più trovato occasioni». Gli anziani ricordano, i giovani stanno volentieri ad ascoltare. Lina vorrebbe istituire la Giornata delle Donne Ucraine: «Una grande festa con musiche e specialità del mio Paese, Holodez, Schuba, Borsch…».

12 settembre 2022 (modifica il 12 settembre 2022 | 16:26)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-09-13 05:10:00, Lina Stoyanets ha aperto un locale nel Piacentino che ha rianimato anche il borgo. Nel Paese natale vivono la madre e il figlio. «La guerra è un pensiero fisso, ma qui sono tutti solidali con noi», Tiziana Pisati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.