L’azione del governo Meloni in materia fiscale prosegue senza sosta. L’ultima iniziativa in fase di realizzazione riguarda l’abolizione delle cosiddette micro tasse, ovvero quelle imposte introdotte in passato allo scopo di incrementare le entrate ma che si sono dimostrate inefficaci.
La lista di tali tasse è ampia e comprende il superbollo, la tassa di laurea, le tasse di pubblico insegnamento, l’imposta sugli intrattenimenti, l’aumento del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale, l’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise, l’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati, la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto e l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.
Andrea De Bertoldi, deputato di Fratelli d’Italia, ha illustrato al Messaggero che “la questione potrebbe essere inserita nella delega con un emendamento, oppure rientrare nell’elenco dei micro-tributi che la stessa delega si propone di eliminare”. L’obiettivo è attuare la riforma ancor prima dell’inizio dell’estate.
L’Agenzia delle Entrate ha comunicato che l’abolizione delle micro-imposte comporterebbe una riduzione delle entrate fiscali italiane di 152 milioni di euro su undici tasse erariali, 91 milioni su sette imposte regionali e 10 milioni su tre imposte comunali. Tale costo sarebbe sostenibile per il governo e, soprattutto, giustificato in virtù dei vantaggi derivanti dalla semplificazione della burocrazia.
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