di Paolo Foschi
Il giovane ucraino ha partecipato a febbraio ai Giochi invernali di Pechino, poi è rientrato in patria. Fotografato con il figlio sul petto mentre dorme in un rifugio antiaereo
Dalle Olimpiadi all’orrore della guerra; dalle nevi dei Giochi invernali di Pechino a uno scantinato di Chernihiv trasformato in rifugio per proteggersi dalle bombe russe; dall’abbraccio soddisfatto a fine gara con i compagni della staffetta che si è piazzata al nono posto nella rassegna più ambita da tutti gli sportivi, a quello più drammatico con il figlio neonato sul petto, entrambi addormentati su un giaciglio di fortuna. È la drammatica parabola vissuta nell’arco di poche settimane da Bohdan Tsymbal, 24 anni, biatleta nato a Sumy, una della città martoriate dagli attacchi russi.
Negli stessi giorni in cui Vladimir Putin, in visita a Pechino proprio per i Giochi Olimpici, incontrava il leader cinese Xi Jinping, questo ragazzone ucraino era impegnato in tre gare: le due prove individuali (55° nella 20 km e 66° nella 10 km), oltreché nella staffetta. Terminate le competizioni, in un clima sempre più pesante mentre le truppe russe continuavano ad ammassarsi al confine, Bohdan Tsymbal è rientrato in patria, per unirsi alla sua famiglia. E ieri il Parlamento Ucraino, sul proprio profilo twitter, ha pubblicato la struggente foto del biatleta abbracciato al figlio in un rifugio antiaereo.
Dopo un argento e un bronzo agli Europei juniores del 2018, Bohdan Tsymbal debuttato in Coppa del Mondo nel gennaio 2020 a Oberhof. Da allora ha preso parte alle principali competizioni internazionali, fino alle Olimpiadi delle scorso febbraio.
11 marzo 2022 (modifica il 11 marzo 2022 | 03:54)
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