di Virginia Piccolillo Ieri a Roma sono arrivate quattro bimbe, assieme a un piccolo paziente oncologico. Al Bambin Gesù sono giunti 33 piccoli ucraini, 18 sono tuttora ricoverati
Guance pallidissime, occhi spauriti, cappellini e un unicorno da tenere stretto stretto. Eccoli i bambini-bersaglio arrivati in Italia: piccoli già in lotta con patologie gravi, ora in fuga dalla guerra, arrivati nei nostri reparti pediatrici. I più fortunati di quei circa 1.000 malati emato-oncologici ucraini che oltre alla sofferenza della malattia stanno subendo la paura delle bombe, lo stop alle cure, la fame, il freddo e la sete.
L’accoglienzaLe associazioni, grazie all’intervento della Protezione civile, li stanno evacuando dagli ospedali bombardati che cominciano a riempirsi anche di piccoli con ferite di guerra. Ieri a Roma sono arrivate quattro bimbe, assieme a un paziente oncologico. Al Bambin Gesù sono giunti 33 piccoli ucraini, 18 sono tutt’ora ricoverati. Altri 6 pazienti oncologici sono arrivati ieri a Linate. E oggi in 17 saranno accolti presso la casa pediatrica dell’Ospedale Sacco di Milano. Mentre si trattiene il fiato sulla sorte di tanti minori in pericolo, inclusi i bimbi degli orfanotrofi sotto assedio al freddo e al buio, ogni tanto si registra qualche notizia positiva come la messa in salvo, in elicottero, degli ultimi tre minori malati di tumore con un volo della Guardia di finanza.
Il viaggio in elicotteroLa più piccola, Marianna, 17 mesi e un neuroblastoma addominale, aveva già subito un primo ciclo di chemioterapia e doveva essere operata. Poi l’attacco russo all’ospedale di Kiev, le sirene, gli allarmi e la fuga nei sotterranei. L’operazione era stata rinviata e lei, lì sotto, era stata sottoposta a un altro ciclo di chemio per fermare l’avanzata del male. Era la più vivace nell’elicottero che l’ha portata da Cracovia al Sant’Orsola di Bologna, ultimo tratto di una fuga organizzata e curata nei dettagli dall’Ageop di Bologna. Affamata, ha mangiato tutto quello che le è stato offerto, dalla pappa alle caramelle, ed è riuscita persino a fare il riposino. Mentre la nonna che era stata a lavorare in Italia raccontava ai sanitari la sua odissea. Poi c’è una ragazza di 16 anni che sarà curata e controllata in day hospital per non essere separata dalla mamma e dal fratellino: ha appena subito un intervento per rimuovere un tumore cerebrale. È scossa, con quella ferita sul cranio, e tiene gli occhi bassi. Immagine simbolo degli adolescenti vittime di guerra.
La diagnosi di EmiliaE poi è arrivata Emilia, sei anni, una folta chioma rossa, e già in attesa di trapianto per una patologia del midollo. A dicembre aveva ricevuto la diagnosi ed era stata sottoposta a immunosoppressori. Ma non c’era posto per lei in ospedale. Troppo poco grave, dicevano. E non c’erano antibiotici e medicinali che la potevano proteggere. Si è affidata al suo magico unicorno, mentre la mamma aveva salutato il suo papà rimasto a combattere. «Guai a chi le toccava l’unicorno — racconta intenerita Angela Mastronuzzi, responsabile dell’unità di neuroncologia pediatrica del Bambin Gesù che ha prelevato le bambine —. Ma colpiva il fatto che le piccole non chiedevano nulla. Né acqua, né cibo, né un’altra caramella. Solo la madre di Emilia, appena arrivata, ci ha chiesto una linea wi-fi. Voleva sapere se suo marito è ancora vivo o morto».
I dati di FrontexIntanto nella conferenza Stato-Regioni si è cominciato a discutere dell’accoglienza dei profughi. Secondo dati Frontex sono due milioni e 600 mila gli ucraini che stanno facendo ingresso in Europa. Circa 42 mila stanno arrivando in Italia. Erano 11 mila 9 giorni fa. Si sono quadruplicarti. Oggi ci sarà un tavolo tecnico per decidere dove destinarli visto che i posti disponibili sono 1.200. I presidenti delle Regioni saranno nominati commissari straordinari. E la responsabilità dei minori non accompagnati sarà della prefetta Ferrandino. Si valutano varie tipologie di strutture, come le caserme. Serviranno fondi. Si parla di due delibere di 10 e 30 milioni di euro. Ogni commissario delegato dovrà provvedere a un primo stanziamento da 500 mila euro. Quelli successivi saranno a rendicontazione. Stefano Bonaccini lancia una proposta: riconoscere un contributo di autonoma assistenza alle famiglie che ospitano profughi. Dopo gli ultimi bombardamenti si teme un’altra grande ondata di donne e bambini. In fuga senza più nulla, tra le mani solo un unicorno.
14 marzo 2022 (modifica il 14 marzo 2022 | 22:58)
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, 2022-03-14 21:23:00, Ieri a Roma sono arrivate quattro bimbe, assieme a un piccolo paziente oncologico. Al Bambin Gesù sono giunti 33 piccoli ucraini, 18 sono tuttora ricoverati, Photo Credit: , Virginia Piccolillo
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