di Barbara Visentin
Sabato sera a Melpignano la 25esima edizione del concertone. Ospiti anche Marco Mengoni, Massimo Pericolo, Samuele Bersani
Ci sarà Stromae, super ospite internazionale «impazzito non appena ha sentito i punti di contatto fra la sua “Alors on danse” e la canzone pugliese “Menamenamò” a cui si legherà, partendo però da un’ouverture quasi classica», Elodie, protagonista di una performance «molto complessa fra e ballo e voce, simile a un Superbowl della Taranta, con la Pizzica di San Vito», Marco Mengoni «interprete di un brano intenso ed emozionale, grande sfida anche linguistica in grico (dialetto greco parlato nella Grecia salentina, ndr)». E poi ancora, il rapper Massimo Pericolo «outsider che non si è mai piegato alle logiche commerciali e creativo libero così come l’altro ospite Samuele Bersani». A raccontare la sua Notte della Taranta «rimodernizzata e riattualizzata» fra passato, presente e futuro è il maestro concertatore Dardust, da otto mesi impegnato a esplorare le tradizioni musicali del Salento e a rielaborarle per le tre ore di concertone che sabato sera vanno in scena a Melpignano (Lecce), 25esima edizione di un evento che richiama 150mila persone (sarà su Rai1 in seconda serata giovedì 1 settembre).
Dardust — all’anagrafe Dario Faini, 46 anni, compositore, produttore e musicista che si muove liberamente dall’elettronica alla musica contemporanea alle hit pop — ha in serbo una Taranta che definisce «fluida», come suggerisce anche il suo brano «Fluid love», composto per l’occasione, in uscita oggi: «Non ho mai amato generi e categorie, amo la contaminazione fra i vari mondi — spiega —. Per la Taranta ho cercato di non tradire la tradizione e quindi il corpo dell’Orchestra popolare e gli strumenti caratteristici della pizzica, come i tamburelli, rimangono al centro. Ma la cosa bella è che nel corso del concerto si viaggia nello spazio e nel tempo, dal Sudamerica alla Scozia, dall’Islanda all’Africa, da un omaggio a Rossini a citazioni nascoste di Chemical Brothers, Cure, Kraftwerk e tanto pop ed elettronica che ho ascoltato».
Le musiche salentine, con il loro fascino rituale e ancestrale, vengono dal passato, ma parlano al presente, assicura Faini: «È un mondo assolutamente vivo, potentissimo e per nulla nostalgico, l’ho visto stando qui in Salento». Il tocco di Dardust lo proietta anche verso il futuro, pur lasciando intatto l’impianto originale, con un finale affidato a Madame, narratrice della serata dopo essere stata maestra concertatrice a sua volta lo scorso anno: «Per l’occasione ha scritto delle rime bellissime su un canto arbëreshë (italo-albanese, ndr) . Il nostro intento è anche quello di dare spazio a tutte le lingue».
25 agosto 2022 (modifica il 25 agosto 2022 | 21:32)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-08-25 19:33:00,
di Barbara Visentin
Sabato sera a Melpignano la 25esima edizione del concertone. Ospiti anche Marco Mengoni, Massimo Pericolo, Samuele Bersani
Ci sarà Stromae, super ospite internazionale «impazzito non appena ha sentito i punti di contatto fra la sua “Alors on danse” e la canzone pugliese “Menamenamò” a cui si legherà, partendo però da un’ouverture quasi classica», Elodie, protagonista di una performance «molto complessa fra e ballo e voce, simile a un Superbowl della Taranta, con la Pizzica di San Vito», Marco Mengoni «interprete di un brano intenso ed emozionale, grande sfida anche linguistica in grico (dialetto greco parlato nella Grecia salentina, ndr)». E poi ancora, il rapper Massimo Pericolo «outsider che non si è mai piegato alle logiche commerciali e creativo libero così come l’altro ospite Samuele Bersani». A raccontare la sua Notte della Taranta «rimodernizzata e riattualizzata» fra passato, presente e futuro è il maestro concertatore Dardust, da otto mesi impegnato a esplorare le tradizioni musicali del Salento e a rielaborarle per le tre ore di concertone che sabato sera vanno in scena a Melpignano (Lecce), 25esima edizione di un evento che richiama 150mila persone (sarà su Rai1 in seconda serata giovedì 1 settembre).
Dardust — all’anagrafe Dario Faini, 46 anni, compositore, produttore e musicista che si muove liberamente dall’elettronica alla musica contemporanea alle hit pop — ha in serbo una Taranta che definisce «fluida», come suggerisce anche il suo brano «Fluid love», composto per l’occasione, in uscita oggi: «Non ho mai amato generi e categorie, amo la contaminazione fra i vari mondi — spiega —. Per la Taranta ho cercato di non tradire la tradizione e quindi il corpo dell’Orchestra popolare e gli strumenti caratteristici della pizzica, come i tamburelli, rimangono al centro. Ma la cosa bella è che nel corso del concerto si viaggia nello spazio e nel tempo, dal Sudamerica alla Scozia, dall’Islanda all’Africa, da un omaggio a Rossini a citazioni nascoste di Chemical Brothers, Cure, Kraftwerk e tanto pop ed elettronica che ho ascoltato».
Le musiche salentine, con il loro fascino rituale e ancestrale, vengono dal passato, ma parlano al presente, assicura Faini: «È un mondo assolutamente vivo, potentissimo e per nulla nostalgico, l’ho visto stando qui in Salento». Il tocco di Dardust lo proietta anche verso il futuro, pur lasciando intatto l’impianto originale, con un finale affidato a Madame, narratrice della serata dopo essere stata maestra concertatrice a sua volta lo scorso anno: «Per l’occasione ha scritto delle rime bellissime su un canto arbëreshë (italo-albanese, ndr) . Il nostro intento è anche quello di dare spazio a tutte le lingue».
25 agosto 2022 (modifica il 25 agosto 2022 | 21:32)
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, Barbara Visentin