di Maria Teresa MeliIl sindaco di Firenze: «Dal centrodestra una battaglia autolesionista. Più che il pericolo fascista temo la loro improvvisazione. Può essere antipatico dirlo, ma non c’è solo il voto utile, c’è il voto unico per battere le destre» «Sono preoccupatissimo: la destra vuole cambiare il Pnrr, il che significa che perdiamo tutti i 220 miliardi del piano». Il sindaco di Firenze Dario Nardella non nasconde il suo «allarme» per una delle battaglie annunciate dal centrodestra in questa campagna elettorale. Però, Nardella, Giorgia Meloni e Matteo Salvini sostengono che è possibile modificare il Pnrr. «È un atteggiamento folle, non saprei come altro definirlo. È una battaglia autolesionista che ci farebbe perdere tutti i miliardi. Lo dico anche come coordinatore delle Città metropolitane dove si concentra gran parte degli investimenti: noi abbiamo 15 mesi per appaltare le opere e questo vale per i Comuni, per le Regioni e per lo Stato. La verità è che non sanno di che cosa parlano: qualunque governo dovrebbe motivare la modifica del piano con l’impossibilità di realizzarlo, non con una scelta politica di priorità. E anche se riuscisse a motivarlo, la Commissione europea ha diritto a due mesi per decidere prima di passare la palla al Consiglio europeo che deve votare all’unanimità dei suoi 27 Paesi. Si perderebbero almeno quattro o cinque mesi, e di conseguenza si perderebbero tutti i fondi». Propongono piccoli ritocchi. «Peggio ancora. Anche piccole modifiche richiederebbero ulteriori procedure. Rischiare di perdere più di 200 miliardi per un piccolo ritocco è pazzesco. Non ha senso. È la prima volta che l’Italia ha così tante risorse, un terzo delle quali sono contributi a fondo perduto: come possiamo pensare che gli altri stati europei che stanno rispettando i tempi consentano all’Italia di cambiare le carte in tavola?». Nardella, lei sta dicendo che teme che la destra mandi il Paese in default: le fa più paura questo del pericolo fascista agitato da qualcuno a sinistra? «Si, più che del pericolo fascista ho paura dell’improvvisazione e dell’approssimazione. L’approssimazione di Lega e Fratelli d’Italia è superiore persino alla loro arroganza». Ma visto che nel Partito democratico avete questi timori, non vi conveniva fare una Santa Alleanza con tutti, incluso il Movimento 5 Stelle? «Questo era il punto di partenza: mettere insieme tutte le forze europeiste e democratiche. Sappiamo come sono andati poi i fatti. La vera questione è che la politica si riduce sempre di più a un problema di compatibilità caratteriali invece che di compatibilità ideali. Quindi ora dobbiamo puntare a vincere da soli e a polarizzare il più possibile il confronto con le destre anche perché la legge elettorale è implacabile: l’unico partito che può davvero strappare dei collegi alle destre è il Pd. Può essere antipatico dirlo, ma non c’è solo il voto utile, c’è il voto unico se si vogliono battere le destre. Lo dice la matematica». Dopo il 25 settembre voi dem riaprirete il dialogo con Giuseppe Conte e Carlo Calenda? «Secondo me noi non dobbiamo interrompere il dialogo con tutte le forze che condividono i valori europeisti e democratici. Mai. Dopodiché vediamo come va il voto. Io non do per scontato che la destra vinca. I sondaggi in passato hanno sbagliato. Ci sono almeno una quarantina di collegi uninominali, soprattutto nelle grandi città, dove la partita è apertissima». Nardella, sia sincero, se il Pd dovesse ottenere un cattivo risultato si aprirebbe la partita del congresso e del successore di Enrico Letta alla segreteria? «Penso che sia assolutamente fuori dall’ordine del giorno parlare della leadership del partito. È autolesionista: questo tema non mi appassiona e credo che non interessi nemmeno agli italiani. Pensiamo a vincere e non al congresso». Il Corriere ha una newsletter dedicata alle elezioni: si intitola Diario Politico, è gratuita, e ci si iscrive qui 20 settembre 2022 (modifica il 20 settembre 2022 | 15:00) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-20 13:00:00, Il sindaco di Firenze: «Dal centrodestra una battaglia autolesionista. Più che il pericolo fascista temo la loro improvvisazione. Può essere antipatico dirlo, ma non c’è solo il voto utile, c’è il voto unico per battere le destre», Maria Teresa Meli