di Mara Rodella
I pm scrivono che Davide Fontana, che ha lasciato la moglie per Carol Maltesi, «le ha barbaramente tolto la vita approfittando della incondizionata fiducia che la giovane riponeva in lui». La confessione dell’assassino: «Non potevo accettare l’idea di vivere senza di lei»
O con lui, o con nessuno. A tratteggiare «un evidente movente passionale» per l’atroce delitto della sua ex, amica e vicina di casa Carol Maltesi, 26 anni — fatta a pezzi, sfigurata e conservata in freezer per due mesi nel suo appartamento di Rescaldina (Milano) prima di gettarne i resti in un dirupo della Valcamonica — è stato lo stesso Davide Fontana , bancario e food blogger di 43 anni. Lo ha fatto davanti al gip di Brescia, Angela Corvi, che ne ha convalidato il fermo per omicidio volontario aggravato . «Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 Carol mi disse che intendeva trasferirsi fra il Veronese, dove vive il figlioletto, e Praga». Una notizia, scrive il giudice, che per lui era stata «un shock». Perché «non potevo accettare di vivere senza di lei, lei che per me era tutto», ha ammesso Fontana dopo aver confermato la «dettagliata» confessione resa al pm e ai carabinieri.
Quello scatto della gamba
Ecco perché, «mentre stavamo girando il video hard — le cui modalità erano state concordate, compreso lo scotch sulla bocca di lei — nel momento in cui mi sono trovato il martello in mano, ho pensato che l’avrei persa». L’ha colpita al capo «e quando ho sollevato il cappuccio, ho notato uno scatto della gamba, quindi per evitare di farla soffrire le ho tagliato la gola con un coltello da cucina». Stando al medico legale Carol era verosimilmente ancora viva, pur in agonia.
«Non ero geloso di lei»
Dalla moglie, Davide Fontana si era separato per stare con Carol, nel marzo 2021. La loro relazione stabile durò circa un mese. Non gli importava se frequentava altri: «A me bastava solo lei, non ero geloso». Il 28 marzo è andato in caserma a Rescaldina, per denunciare la scomparsa di Carol: «Non ce la facevo più. Volevo rivelare che la donna trovata a Borno il 20 era lei. Tornato a casa, la mia intenzione era di suicidarmi». Invece è crollato in serata, sotto il peso delle sue contraddizioni.
L’uso del cellulare di lei
«Pur acconsentendo che Carol Maltesi, di cui si è rappresentato follemente innamorato, intrattenesse relazioni anche con altri uomini — scrive il gip — Fontana non poteva assolutamente accettare che se ne andasse lontano, abbandonandolo. E così le ha barbaramente tolto la vita, approfittando della incondizionata fiducia che la giovane riponeva in lui, tanto da farsi legare, imbavagliare e incappucciare, rendendosi inerme nelle sue mani». E nonostante la confessione vada vagliata, non è priva di riscontri: l’analisi dei tabulati conferma gli spostamenti di Fontana per i sopralluoghi propedeutici all’abbandono dei resti, o il fatto che da gennaio a marzo abbia usato il cellulare della vittima per rispondere sui social o via chat, oltre che per pagarle affitto e bollette: «Ho finto di essere lei».
La strategia di depistaggio
«Per oltre due mesi — scrive il gip — escogitava, preparava e attuava una complessa strategia per occultare l’orrendo delitto commesso, compiendo ogni azione possibile per simulare l’esistenza di Carol in vita». Dopo averla uccisa, «per evitare seguisse il suo destino e i suoi progetti lontana da lui». Macroscopico, per il giudice, il rischio di recidiva: la gravità dei fatti ne denota «indomita ferocia ed estrema pericolosità», oltre alla «totale mancanza di umana compassione o scrupolo morale». Al punto che, dopo l’omicidio, durante la trasferta in una villa di Vararo (nel tentativo fallito di bruciare i resti del corpo), ha trovato il tempo di recensire, in Rete, l’abitazione: «Un luogo magico per trascorrere il tempo in totale relax».
1 aprile 2022 (modifica il 1 aprile 2022 | 22:23)
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, 2022-04-01 20:24:00, I pm scrivono che Davide Fontana, che ha lasciato la moglie per Carol Maltesi, «le ha barbaramente tolto la vita approfittando della incondizionata fiducia che la giovane riponeva in lui». La confessione dell’assassino: «Non potevo accettare l’idea di vivere senza di lei», Mara Rodella