Non è vero che i poveri mangiano bene; i poveri, se sono poveri, mirano a sopravvivere. Ho visto allievi che mangiavano piccioni e poi finivano in ospedale, madri che hanno preso la toxoplasmosi in gravidanza perché prive del gas per cuocere la carne, padri che spendono quei pochi soldi in alcool per dimenticare la miseria.
E bimbi magri che si nutrono di patatine e caramelle da trenta centesimi e adolescenti che si ammazzano di bibite energetiche come peruviani che mordono foglie di coca per sopprimere la fame.
Ho visto una bimba italiana morire a otto mesi per denutrizione giovani nonni cercare cibo in spazzatura come ratti e poi fuggire in periferia.
Non esiste il povero arcadico, è un mito lontano legato alla mezzadria e alla possibilità di usufruire di un pezzetto di terra consegnando il meglio al padrone.
Il povero di città non possiede nulla, neppure la cultura del mangiare.
Il povero in città muore di inedia, di disperazione, di espedienti.
Perché di espedienti non si vive ma si muore.
E mi stupisce che chi la periferia l’ha vissuta e la conosce non dica nulla e accetti chi racconta che il povero si nutre di pasta alla Norma.
Col prezzo delle melanzane e dei pomodori?
Il sottoproletariato ha fame e noi a scuola ce ne rendiamo conto guardando gli occhi muti dei nostri allievi.
E la fame, la malnutrizione, si riflettono sul rendimento scolastico rendendo l’Italia sempre meno competitiva: aumentano infatti le diagnosi di Adhd, disturbo legato all’eccessivo utilizzo di bibite zuccherate e carni trasformate e dovuto alla carenza di zinco e omega -3 nella dieta, ed aumentano anche i ritardi cognitivi provocati da una scarsa e non corretta alimentazione delle donne in gravidanza.
Dunque quali poveri mangiano bene?
La Scuola potrebbe far molto e qualcosa in effetti sta cercando di fare; tuttavia se alle elementari vi è uno spazio d’azione, anche in virtù del tempo pieno, pochi sono gli interventi possibili nella scuola secondaria: il ministro Fioramonti provò ad agire in questo senso, ma si inimicò quelle multinazionali che troneggiano nelle macchinette delle nostre scuole e gli altri si son guardati bene dal ripercorrerne le gesta.
Ho fiducia nel ministro Valditara, un eroe sofocleo in questo periodo in cui si tende a nascondere la polvere sotto il tappeto e a negare verità evidenti; ho fiducia e stima in Valditara perché davvero, nonostante ciò che affermano blasonati periodici dell’opposizione, si sta impegnando per la Scuola: mala tempora currunt sed meliora parantur.
Alessandra Giordano
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