“Manca poco alla verifica dei debiti formativi. Ma questo sistema serve davvero a qualcosa? Sarebbe ora di aprire un dibattito sulla questione”.
Ad affermarlo, sulla propria pagina Facebook, è Cristina Costarelli, presidente ANP Lazio e dirigente scolastica del liceo Newton di Roma. Ecco il suo pensiero sull’argomento:
“Per come è strutturato il nostro sistema scolastico, il passaggio del recupero a luglio/agosto/settembre ha una sua utilità: non si può far procedere all’anno successivo uno studente che presenti lacune tali da rendergli impossibile conseguire i nuovi apprendimenti. Nei casi di carenze gravi il tempo estivo non basta, ma almeno permette loro di avvicinarsi ai requisiti minimi”.
“L’unica alternativa possibile è quella di un sistema modulare in cui le discipline viaggiano ciascuna con un proprio percorso non vincolato all’anno scolastico e all’appartenenza ad una classe: uno studente potrebbe procedere celermente in italiano ed avere bisogno di tempi più lunghi in matematica senza che questo comporti il mancato avanzamento in italiano e in altre discipline”.
“Una via di mezzo potrebbe essere quella dei recuperi in itinere, ma sappiamo bene che non funzionano perché lo studente è agganciato ad una classe e i docenti devono portare avanti un’unica programmazione per tutti (non possiamo chiedere a docenti in rapporto 1 a 30 con gli studenti la personalizzazione dei piani di studio)”.
“Per cui, finchè il sistema resta questo, teniamoci il male minore, con l’auspicio che i futuri finanziamenti alle scuole possano rendere meno gravose per le famiglie le spese per le lezioni di recupero“.
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