Decreto Caivano, carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola, organico ATA Agenda Sud. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione [SCARICA PDF]

Decreto Caivano, carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola, organico ATA Agenda Sud. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione [SCARICA PDF]

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Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione del Decreto Caivano, approvato in via definitiva dal Parlamento lo scorso 8 novembre. 

LEGGE 13 novembre 2023, n. 159 

La scheda con tutti i provvedimenti approvati

Il decreto introduce misure stringenti, dalla reclusione per i genitori negligenti nell’educazione dei figli, al Daspo urbano esteso ai minori dai 14 anni.

Un commissario sarà responsabile di un piano straordinario di riqualificazione, con un budget di 30 milioni di euro e la collaborazione di Invitalia. Si prevede la semplificazione delle procedure per l’assegnazione di beni pubblici al Terzo settore e un investimento equivalente per lo sviluppo sociale e culturale. Il disinteresse all’istruzione minorile si trasforma da contravvenzione in delitto. Pene severe attendono i trasgressori, con la possibile perdita dell’assegno di inclusione e l’attivazione di personale Ata nelle regioni meridionali per combattere l’abbandono scolastico. L’inasprimento delle pene per il Daspo, estese ai minori dai 14 anni, prevede reclusione e multe maggiorate. L’ambito di applicazione di queste misure si estende ai luoghi di spaccio. Saranno imposte restrizioni sull’uso di dispositivi potenzialmente pericolosi e comunicativi per i giovani coinvolti in atti violenti. Si introduce anche una sanzione pecuniaria per i tutori dei minori. La soglia per la detenzione preventiva scende da 9 a 6 anni, con particolare attenzione ai percorsi di reinserimento dei minori. Si promuove un piano per incrementare i posti negli asili nido e si favorisce l’alfabetizzazione digitale, essenziale per la protezione dei minori nel panorama tecnologico attuale. Ci sono norme per favorire l’alfabetizzazione digitale e mediatica a tutela dei minori e campagne informative.

Obbligo d’istruzione

La riforma, che coinvolge i sindaci e i dirigenti scolastici nel monitoraggio dell’adempimento dell’obbligo di istruzione, è stata realizzata mediante la sostituzione dell’articolo 114 del Testo Unico della Scuola (D.Lgs 297/94). Ricordiamo che l’istruzione è obbligatoria per almeno dieci anni e mira al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale entro il diciottesimo anno di età.

Il sindaco gioca un ruolo cruciale in questo sistema, utilizzando l’Anagrafe Nazionale dell’Istruzione (ANIST) per identificare i minori non conformi all’obbligo di istruzione. In assenza dell’ANIST, i dirigenti scolastici sono tenuti a fornire i dati necessari entro ottobre.

I dirigenti scolastici hanno il dovere di monitorare l’assiduità scolastica, identificando studenti assenti per più di quindici giorni in tre mesi. In caso di mancata frequenza, il dirigente deve avvisare il responsabile dell’adempimento dell’obbligo di istruzione e, in seguito, il sindaco, che procederà all’ammonizione.

La legge prevede sanzioni severe per il mancato adempimento dell’obbligo di istruzione, che possono arrivare fino a due anni di reclusione. Analogamente, l’elusione dell’obbligo di istruzione, definita come la mancata frequenza di un quarto delle ore annuali, è punita con reclusione fino a un anno.

È stata abrogata la normativa precedente, che prevedeva un’ammenda per l’omissione dell’istruzione elementare. Importante è il legame tra l’adempimento dell’obbligo di istruzione e l’assegno di inclusione: in caso di mancato adempimento, l’assegno può essere sospeso.

Le altre misure

Il decreto introduce misure per supportare le istituzioni scolastiche del Mezzogiorno, tra cui l’abolizione del limite numerico minimo di alunni per classe e incentivi per i docenti che operano in aree a rischio di abbandono scolastico.

Il Programma Operativo Complementare (POC) “Per la Scuola” 2014-2020 prevede un investimento di 25 milioni di euro per ridurre i divari territoriali e contrastare la dispersione scolastica. Inoltre, nell’ambito del PNRR, è previsto un incremento delle risorse per la costruzione di nuove istituzioni scolastiche.

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