Il decreto flussi del governo Meloni supera, per numeri, quello dell’esecutivo Draghi. Ma le procedure di assunzione si complicano: il datore di lavoro dovrà verificare se non ci siano altri extracomunitari adatti al ruolo già sul territorio nazionale Il governo ha indicato la quota complessiva per il decreto flussi che riguarderà 82.705 lavoratori immigrati extracomunitari impiegati in settori economici ancora più diversificati. In Consiglio dei Ministri, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha svolto un’informativa che traccia il perimetro del provvedimento annunciato da tempo e molto atteso dalle imprese e dalle famiglie pronte ad impiegare lavoratori stranieri nelle aziende e nelle famiglie. «Alcune quote – ha spiegato Mantovano – sono riservate ai lavoratori di Paesi con cui entreranno in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria, a quelli che abbiano completato programmi di formazione nei Paesi di origine e alle richieste presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro che assumono l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori». Il decreto flussi del governo Meloni supera, da un punto di vista quantitativo, quello precedente varato un anno fa dal governo Draghi: allora i lavoratori extracomunitari coinvolti furono 69.700, oggi, appunto, sono 82.705. Ora, tuttavia, le procedure per le assunzioni rischiano di complicarsi non poco perché, come annunciato a suo tempo dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il governo ha acceso un riflettore su una norma del Testo unico sull’Immigrazione quasi mai applicata in passato: in questo modo il datore di lavoro, che voglia assumere dall’estero un cittadino non comunitario, sarebbe obbligato in via prioritaria a verificare presso il centro per l’impiego competente l’indisponibilità di un lavoratore già presente sul territorio nazionale a ricoprire il posto di lavoro per il profilo richiesto, secondo le modalità contenute in un’apposita nota operativa predisposta dall’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (ANPAL). Al riguardo, ANPAL ha comunicato che a breve renderà disponibile un modello di richiesta di personale al Centro per l’impiego da parte del datore di lavoro, al fine di garantire un’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale. Così potrebbe risultare ancora più complesso, se non impossibile, l’allineamento delle procedure e dei tempi di perfezionamento del decreto flussi alle reali esigenze delle imprese e delle famiglie che hanno fretta di assumere. 21 dicembre 2022 (modifica il 21 dicembre 2022 | 23:43) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-12-21 22:26:00, Il decreto flussi del governo Meloni supera, per numeri, quello dell’esecutivo Draghi. Ma le procedure di assunzione si complicano: il datore di lavoro dovrà verificare se non ci siano altri extracomunitari adatti al ruolo già sul territorio nazionale, Dino Martirano