Rete degli studenti medi – Il decreto approvato il 1 maggio scuote anche gli studenti. I giovani saranno sempre più precari, non c’è nessuna riforma dei Pcto (alternanza scuola -lavoro), anzi si normalizza l’idea che a scuola si possa morire.
“La linea del governo è chiara – dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – Meno tutele per i giovani ma non solo, il progetto è quello di costruire un’educazione ed una normalizzazione alla precarietà partendo dalle scuole. Istituire un fondo per gli infortuni e i decessi in Pcto è una misura che va in questa direzione. Non è una misura di tutela: il governo preventiva che in percorsi di formazione gli studenti possano anche morire. Zero provvedimenti concreti per evitare gli incidenti. È una vergogna!”
“Valditara cerca di vendere una riforma dei Pcto che non esiste nella realtà – continua Notarnicola – Dichiara di aver dialogato con gli studenti ma a noi non risulta un confronto reale. Negli incontri con il Ministro gli studenti sono stati chiari: i Pcto vanno aboliti. Serve ripensare un nuovo rapporto tra istruzione e lavoro, che sia esclusivamente di formazione e non di produzione. A scuola serve parlare di diritti, tutele sindacali e sicurezza. Bisogna investire sui laboratori scolastici, ambienti che scompaiono sempre più per far spazio a nuove classi, quando invece dovrebbero rappresentare il momento in cui gli studenti svolgano attività pratiche in sicurezza.
Pare anche che ci sia un certo interesse del ministro per le ore di educazione civica. Solo 33 ore annue sovraccaricate in un solo mese da educazione finanziaria, stradale ed oggi sulle tutele del mondo del lavoro. Caro ministro, quelle ore servono a formare gli studenti sulla nostra costituzione, servono a discutere d’attualità, servono a stimolare la partecipazione democratica. Non è un parcheggio dove inserire la qualunque“.
Sul decreto interviene anche Antonio Prestera, dell’esecutivo nazionale della Rete degli Studenti Medi: “Il dl lavoro approvato due giorni fa è esemplificativo del modello di occupazione e di lavoro che la destra ha in mente: precario e privo di dignità. Ancora una volta questo governo ha dimostrato di stare dalla parte di chi sta meglio e di voler costringere i tanti, soprattutto i più giovani, ad una condizione di ricattabilità perenne. Che modello di crescita ha in mente il governo? Quale crescita è possibile se la stragrande maggioranza degli italiani è costretta allo sfruttamento? Noi al contrario crediamo che la via della stabilità, della dignità del lavoro, sia l’unica percorribile per una crescita giusta, che coinvolga tutti e che sia veramente solida“.
“Il 6 maggio scenderemo in piazza a Bologna al fianco della Cgil e dei sindacati confederali– conclude Notarnicola – Perché ci siamo stancati di essere condannati alla precarietà!“
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