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Delitto Sacchi, le condanne  di primo grado: 27 anni al killer, tre ad Anastasiya per droga Video

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di Fulvio Fiano

Le condanne in primo grado della Corte d’assise per il delitto del 23 ottobre 2019. Pene inferiori a quelle chieste dalla Procura. Il padre della vittima: «È stata fatta giustizia»

Ventisette anni a Valerio Del Grosso, 25 a testa per Paolo Pirino e Marcello De Propris. Tre anni ad Anastasiya Kylemnyk, condannata anche a una multa di 30mila euro. Assolto Armando De Propris. Sono le decisioni in primo grado della Corte d’assise di Roma per l’omicidio di Luca Sacchi, il 24enne ucciso il 23 ottobre 2019 all’Appio Latino. Pene tutte più basse di quelle chieste dalla Procura.

Il pm infatti aveva sollecitato l’ergastolo per Del Grosso, ritenuto l’autore materiale del delitto, 30 anni per Pirino e per Marcello De Propris, che consegnò l’arma usata per sparare. Per Anastasiya la richiesta era stata di 4 anni e 4 mesi per aver tentato di comprare «circa 15 chilogrammi di hashish». Per Amando De Propris, padre di Marcello, la Procura aveva sollecitato l’assoluzione, richiesta che i giudici hanno accettato.

«Luca è morto per aiutare Anastasiya, l’ergastolo l’hanno dato a noi», dice con amarezza la mamma del 24enne, Tina Galati. «Con Anastasiya ci incrociamo, ma parlare no. Non mi aspetto più niente da lei. Per me conta che mio figlio sia uscito pulito e che chi ha sparato abbia preso una pena severa», si aggiunge il padre, Alfonso. Il giudice riconosce a loro e al figlio una provvisionale complessiva di oltre un milione di euro.

Il pm Giulia Guccione, pur accomunandoli nella stessa accusa di concorso in omicidio volontario aggravato, aveva distinto le responsabilità dei tre imputati principali nelle sue richieste: ergastolo per Del Grosso, autore materiale del delitto, e trent’anni a testa per Pirino (che partecipò alla rapina, aggredendo Anastasiya e guidando l’auto durante la fuga) e Marcello De Propris, che fornì la pistola e aderì al progetto di rubare lo zaino. Quanto alla 26enne ucraina, che si trovava nella posizione di essere sia imputata per lo spaccio che parte lesa per la rapina subita, ed è stata multata per 30mila euro anche se riceverà un risarcimento, il pm ha chiarito nella sua requisitoria che se non fosse stata anche lei indagata per droga (e dunque con la facoltà di mentire per scagionarsi), sarebbe potuta essere accusata di favoreggiamento nell’omicidio avendo depistato le indagini con ripetute versioni poi smentite dai fatti.

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29 marzo 2022 (modifica il 29 marzo 2022 | 22:00)

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, 2022-03-29 20:01:00, Le condanne in primo grado della Corte d’assise per il delitto del 23 ottobre 2019. Pene inferiori a quelle chieste dalla Procura. Il padre della vittima: «È stata fatta giustizia», Fulvio Fiano

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