di Titti Beneduce
Fra gli indagati anche due carabinieri e un colonnello che aveva una relazione con la figlia della vittima
Dopo dodici anni di misteri e depistaggi si squarcia finalmente il velo che ha coperto l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, «il sindaco pescatore» che nella fiction era interpretato da Sergio Castellitto. Per la Procura di Salerno, Vassallo è stato assassinato perché aveva scoperto che in paese arrivava droga via mare, aveva capito che il traffico era gestito anche da carabinieri infedeli e si preparava a denunciare tutto; una pista esplorata fin dal primo momento, oggetto di libri e inchieste giornalistiche, ma che solo ora viene battuta in maniera ufficiale. Nove decreti di perquisizione sono stati eseguiti giovedì dai carabinieri del Ros. Tra gli indagati c’è un nome eccellente: quello del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, investigatore brillante e stimato che ha comandato a lungo il nucleo operativo dei carabinieri di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, un ufficio strategico, cui vengono delegate delicatissime inchieste di criminalità organizzata.
Camorra
Il procuratore Giuseppe Borrelli e l’aggiunto Marco Colamonici gli contestano l’omicidio e l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Gli stessi reati contestati ad altri due carabinieri suoi fedelissimi, entrambi già condannati nell’ambito di altri procedimenti giudiziari: Luigi Molaro e Lazzaro Cioffi. Quest’ultimo fu arrestato nel 2018 per traffico di stupefacenti aggravato dalle finalità mafiose, ma ciò che sconcerta è che abbia prestato servizio per circa 20 anni a Castello di Cisterna nonostante fosse il genero di Domenico D’Albenzio, esponente di spicco del clan camorristico Belforte. Tanto Cagnazzo quanto Cioffi e Molaro erano in vacanza ad Acciaroli (frazione di Pollica) quel 5 settembre del 2010, quando il sindaco fu ucciso.
Traffico di droga
Lo scenario tratteggiato dalla Procura di Salerno è pauroso: i carabinieri erano tra gli organizzatori di un traffico di droga che, acquistata nel quartiere napoletano di Secondigliano, arrivava poi al porto di Castellammare di Stabia; qui, a bordo di gommoni veniva spedita ad Acciaroli, da dove, ancora, una parte invadeva il Cilento e la Calabria. Un affare redditizio, che Vassallo aveva scoperto e non era disposto a tollerare: infatti, spiega la Dda, Vassallo, non fidandosi più dei carabinieri, «aveva affidato ad alcune unità della polizia municipale servizi di appostamento sul porticciolo». «Temeva per la sua incolumità» e aveva deciso di denunciare, prendendo appuntamento con un ufficiale della compagnia di Agropoli per il 6 settembre, ma la sera prima venne ucciso.
I depistaggi
A rendere la notizia del coinvolgimento dei carabinieri ancora più bruciante per Vassallo, il fatto che Cagnazzo avesse a quell’epoca una relazione con sua figlia Giusy. Ma l’aspetto più odioso della vicenda è quello dei depistaggi con cui, secondo la ricostruzione delle Procura che emerge dalle carte, i carabinieri (e Cagnazzo in particolare) hanno cercato di sviare le indagini: all’inizio il colonnello provò ad accreditare la pista passionale, poi redasse un’informativa in cui puntava l’indice contro un pregiudicato italo-brasiliano, Bruno Humberto Damiani, noto trafficante di droga che è stato indagato e poi archiviato per due volte.
I video manipolati
Nelle ore successive all’omicidio del sindaco i carabinieri di Castello di Cisterna, che erano in ferie, si trovavano in vacanza ad Acciaroli e non avevano alcuna delega da parte dell’autorità giudiziaria, prelevarono arbitrariamente le immagini delle telecamere di videosorveglianza di un negozio della piazza con la scusa di preservarle. Poi le manipolarono e sulla base di quella manipolazione l’ufficiale redasse l’informativa in cui segnalava Damiani. Nel decreto di fermo c’è la dedica che Cagnazzo fece a Cioffi pochi mesi dopo il delitto su una propria fotografia: «A Lazzaro, custode della mia serenità e della mia forza! Generale delle truppe esemplare e leale fino alla morte! Con infinita riconoscenza!». E i pm avvertono: «L’Ufficio si riserva la completa ed esaustiva discovery degli elementi di prova acquisiti». Come a dire, in mano abbiamo molto di più.
Uno spiraglio
«Finalmente dopo dodici anni si apre uno spiraglio di luce. Come avvocato dei fratelli di Vassallo non posso che esprimere speranza e soddisfazione perché stavamo perdendo la speranza»: questo il commento dell’avvocato Antonio Ingroia, che assiste i fratelli del sindaco ucciso.
28 luglio 2022 (modifica il 28 luglio 2022 | 22:54)
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, 2022-07-28 20:54:00, Fra gli indagati anche due carabinieri e un colonnello che aveva una relazione con la figlia della vittima, Titti Beneduce