La depressione lieve si può contrastare con l’attività fisica e lo stile di vita?

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di Giancarlo Cerveri

Uno studio recente suggerisce che un regolare esercizio fisico può portare a una riduzione del 25 per cento degli episodi depressivi

Nel 2020 ho avuto una crisi di depressione lieve (ansia generalizzata, umore basso e pensieri negativi ricorrenti) che si è risolta spontaneamente. Dopo alcuni mesi un’altra crisi, simile ma più leggera (abbassamento dell’umore per 3-4 ore al giorno e raramente ansia). Questo secondo episodio è passato quando ho iniziato a svolgere attività fisica: 45 min. di corsa per 3 volte a settimana. Mantenendo questo stile di vita, con l’aggiunta di una dieta sana, è possibile evitare ulteriori ricadute? Se invece dovesse ricapitare servono gli antidepressivi?

Risponde Giancarlo Cerveri, direttore Unità operativa complessa di Psichiatria, ASST di Lodi (VAI AL FORUM)

Un transitorio stato depressivo non è una malattia. La condizione di umore depresso è per tutti gli esseri umani un’esperienza di fatto inevitabile nel corso della vita e rappresenta niente più che una risposta adattativa (presente tra l’altro, in forme diverse, anche in molti animali), a fronte di evenienze che ci costringono ad affrontare temi difficili, come quelli della sofferenza, frustrazione o perdita. Talvolta l’umore depresso diventa sintomo di una sindrome psichiatrica e, nel caso della depressione maggiore, ne rappresenta il sintomo cardine insieme alla perdita di piacere nelle esperienze della vita quotidiana (anedonia). Ma di per sé non è sufficiente a definire la condizione patologica. Devono essere presenti altri sintomi che riguardano sia la sfera fisica (sonno, appetito, concentrazione) sia quella psichica (pensieri di morte, ansia, ossessioni) e tutto deve durare un tempo sufficientemente lungo e avere un’intensità tale da provocare un marcato disagio e una riduzione della nostra capacità di funzionare.

Insomma quando si definisce una patologia depressiva si intende una condizione molto ben caratterizzata con un rilevante impatto sulla vita di chi ne soffre, escludendo così tutte quelle «risposte depressive» fisiologiche agli eventi di vita. A questo si aggiunge un’ulteriore differenziazione tra le forme lievi, moderate e severe. Se sulle forme moderate, e soprattutto su quelle severe, non ci sono dubbi rispetto alla necessità di interventi psicoterapici e psicofarmacologici al fine di ottenere la regressione del quadro clinico, nelle forme lievi, in cui i sintomi sono meno marcati e con un impatto limitato nella vita quotidiana, è opportuno effettuare riflessioni accurate sulle modalità di intervento più opportune. In molti documenti prodotti dall’Organizzazione mondiale delle sanità e dal NICE inglese (National institute for health and care excellence), l’intervento psicofarmacologico non viene considerato di prima scelta in questi casi.

Le modificazione degli stili di vita, migliorando la qualità del sonno, modificando le abitudini rispetto al consumo di alcolici e altre sostanze d’abuso, incrementando l’attività fisica, sono ritenute utili ed efficaci per diminuire il rischio di ricadute. In una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista americana Jama Psychiatry, gli autori hanno osservato che svolgere regolare attività fisica moderata per tre volte a settimana porterebbe a una riduzione del 25% di tutti gli episodi depressivi. In conclusione, un intervento sugli stili di vita è uno strumento validissimo per trattare alcune forme depressive lievi. L’introduzione di alcuni integratori alimentari potrebbe fornire un ulteriore aiuto. Le consiglio di effettuare con il suo medico di fiducia, meglio se psichiatra, una visita per valutare insieme l’intensità e la durata degli episodi da lei descritti, eventuali fattori di rischio, familiarità e altre informazioni utili per costruire un progetto di cura che sia il più utile a mantenere una condizione di benessere sostenuto.

29 novembre 2022 (modifica il 29 novembre 2022 | 10:23)

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, 2022-11-29 12:22:00, Uno studio recente suggerisce che un regolare esercizio fisico può portare a una riduzione del 25 per cento degli episodi depressivi, Giancarlo Cerveri

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