Di Maio: «Andremo oltre il 3%. Terzo polo lista solitaria. Renzi e Calenda due estremisti che aiutano la destra»

Di Maio: «Andremo oltre il 3%. Terzo polo lista solitaria. Renzi e Calenda due estremisti che aiutano la destra»

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di Monica Guerzoni

Il ministro: Impegno civico intercetta il voto moderato. La coalizione progressista è incompatibile con la posizione di Conte

«Noi saremo la sorpresa di queste elezioni».

I sondaggi ad oggi non sono generosi, ministro Luigi Di Maio . E decine di parlamentari che hanno lasciato il M5S per seguire la sua scissione resteranno fuori.

«È impossibile sondare una forza politica nata da dieci giorni. Impegno civico andrà oltre il 3% e ci sarà spazio per tutti quelli che vorranno correre nelle liste. Ci poniamo come coloro che intercettano il voto moderato, con un partito fatto di proposte, pragmatismo e concretezza».

Non sarà il terzo polo a intercettare il voto moderato?

«Non è un polo, è una lista solitaria. Ci sono due coalizioni, progressista e di destra e poi ci sono due solisti, Conte da una parte e Calenda e Renzi dall’altra, che non fanno altro che denigrare le persone e avvantaggiare la destra».

Non si avvantaggia la destra dando del «bullo» a Calenda?

«Che sia un bullo gli italiani lo hanno capito prima di me. Siccome era disperato, perché avrebbe dovuto raccogliere le firme, si è messo con uno che gli fa orrore».

Renzi gli fa orrore?

«Calenda che dà lezioni di coerenza non è credibile. A novembre, a l’Aria che Tira, diceva “mi sono rotto di Renzi, il suo modo di far politica mi fa orrore”. Sono due estremisti».

L’ipotesi di una sua candidatura blindata a Modena ha sollevato polemiche in casa Pd. Alla fine correrà nella sua Pomigliano?

«Nei prossimi giorni decideremo. Stiamo allargando la base di Impegno civico, abbiamo fatto un patto con l’Agenda nazionale civica e con loro stiamo dando protagonismo a 200 amministratori locali. Apriamo le nostre liste a tutti quelli che vogliono dare un contributo alla coalizione progressista di cui siamo orgogliosi di fare parte».

I dem, dopo gli scontri di questi anni, dovranno turarsi il naso per votarla?

«Sono due anni e mezzo che portiamo avanti un percorso di responsabilità e massima sinergia con il Pd, che ci ha consentito di varare alcune politiche che hanno salvato l’Italia dopo la pandemia».

È realistica l’idea di allearsi con i 5 Stelle dopo il voto del 25 settembre?

«Non credo ci possa essere compatibilità tra la coalizione progressista e il partito di Conte, che ha scelto l’autodistruzione. Letta è stato generoso. Ha provato fino all’ultimo a convincere Conte a non far cadere Draghi e gli ha detto con chiarezza che dopo lo strappo non ci sarebbero stati più rapporti con loro».

Ha fatto bene Conte a non candidare Di Battista?

«Conte sta coronando il suo sogno, distruggere quel che era rimasto del M5S. Lui e Grillo passano il tempo a litigare sul secondo mandato, sul simbolo, sulle Parlamentarie. Con colpevole ritardo Grillo si è accorto che Conte gli sta distruggendo il M5S».

Giorgia Meloni ha abiurato il fascismo in francese, inglese e spagnolo. L’ha convinta?

«Ha rinnegato il fascismo, ne prendo atto. Lo puoi dire in due, tre, quattro lingue, ma se ogni settimana devi rassicurare il mondo che non vuoi sfasciare l’Italia, è già un problema. Rischiamo di passare da Draghi, che rassicura con la sua sola presenza a Palazzo Chigi, a una aspirante prima ministra che non ha ancora iniziato e già deve rassicurare il mondo».

Ha messo nel conto la sconfitta?

«Niente affatto. Eleggere un governo di destra significa farlo durare pochi mesi, perché Salvini farebbe la guerra a Meloni dal primo giorno per buttarla giù. In una settimana hanno già proposto 100 miliardi di spesa tra pensioni e fisco e litigheranno sulle ricette economiche. La flat tax è un costo insostenibile e fuori controllo, solo annunciarlo il primo giorno di governo farebbe salire lo spread e scappare gli investitori».

Se vincerà il centrodestra, la linea dell’Italia sulla guerra in Ucraina cambierà?

«Conte e Forza Italia hanno mostrato una certa ritrosia verso la nostra proposta di una commissione di inchiesta sui legami tra la Russia e la politica italiana. Io non accuso nessuno, ma è chiaro che a far cadere Draghi sono stati i partiti che strizzavano l’occhio a Putin».

M5S, Lega, Forza Italia?

«Dovranno spiegarci perché non vogliono la commissione di inchiesta. E spero arrivi qualche risposta pubblica alla mia lettera alla Commissione Ue in cui mi appello a tutti i leader italiani perché sostengano il governo Draghi ai tavoli delle prossime settimane. Si deciderà se imporre il tetto massimo al prezzo del gas per ridurre l’ammontare dei fondi che mandiamo a Mosca. Il tema è capire chi sta con gli italiani e chi sta con i russi».

12 agosto 2022 (modifica il 12 agosto 2022 | 07:27)

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, 2022-08-12 05:39:00, Il ministro: Impegno civico intercetta il voto moderato. La coalizione progressista è incompatibile con la posizione di Conte, Monica Guerzoni

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