di Pierpaolo Lio
Il racconto di Maria: «Era una bambina sana, diceva le prime parole, cominciava a staccarsi dal divano e a camminare». Negli ultimo 15 giorni Alessia Pifferi non rispondeva al telefono. «Non ne vogliamo più sapere di lei»
«La bambina era in salute, cresceva bene». È la testimonianza della nonna della piccola Diana Pifferi, la signora Maria, al termine del funerale che si è svolto venerdì pomeriggio a San Giuliano Milanese. Il dolore, le parole rotte dal pianto, l’incredulità, soprattutto la rabbia verso sua figlia Alessia, che ora si trova nel carcere di San Vittore.
Si è data una spiegazione?
«No. Non ci sono parole».
Diana stava bene?
«La vedevo due volte al giorno, in videochiamata, qualche volta mi sorprendeva camminando, i suoi primi passi, cominciava a staccarsi dal divano. Certo che mi sembrava in buona salute. Parlava. Diceva mamma, nonna, pappa. Così fino a quindici giorni fa».
Poi cosa è cambiato?
«È cambiato l’atteggiamento di mia figlia. Alessia aveva sempre premura, diceva che Diana stava dormendo quando chiedevo di vederla. Non sapevo cosa stesse organizzando. Probabilmente era presa solo dall’uomo che frequentava».
Alessia l’ha mai chiamata durante il soggiorno nella Bergamasca?
«No, quando era via non chiamava quasi mai, ma io credevo avesse sempre la bimba con sé.
Abbiamo sentito che ha tentato di contattarla dal carcere…
«Sì, ha provato a chiamarmi qualche giorno fa… le ho anche risposto male. Sono disgustata. Ad oggi non ne vogliamo sapere di lei».
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29 luglio 2022 (modifica il 29 luglio 2022 | 19:07)
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, 2022-07-29 19:58:00, Il racconto di Maria: «Era una bambina sana, diceva le prime parole, cominciava a staccarsi dal divano e a camminare». Negli ultimo 15 giorni Alessia Pifferi non rispondeva al telefono. «Non ne vogliamo più sapere di lei», Pierpaolo Lio